Uno studio, condotto dal King’s College di Londra, rivela che l'assunzione di un comune integratore di fibre vegetali, in particolare inulina e frutto-oligosaccaride (FOS), riesce a migliorare significativamente la funzione cerebrale negli anziani in sole 12 settimane
Gli integratori sono preziosi alleati della nostra salute, strumenti potenti che richiedono però una certa cautela nell’utilizzo, per questo è sempre bene evitare il fai da te e chiedere il parere di un esperto prima di assumerli.
Un nuovo studio si è concentrato sull’effetto benefico di un integratore comune, quello a base di fibre vegetali (prebiotici) che ha dimostrato di essere davvero molto efficace nel migliorare le funzioni cognitive, dunque è in grado di favorire la salute cerebrale, in particolare degli anziani.
La nuova ricerca, pubblicata su Nature Communications e opera di un team internazionale guidato dal King’s College di Londra, ha coinvolto 36 coppie di gemelli di età superiore ai 60 anni che hanno assunto un comune integratore di fibre vegetali per 12 settimane o un placebo (gruppo di controllo).
Come hanno spiegato i ricercatori:
Né il team di analisi, né i partecipanti sapevano cosa avevano ricevuto fino al completamento dell’analisi (studio in doppio cieco).
I risultati sono stati entusiasmanti e aprono nuove prospettive per il miglioramento della salute del cervello nella popolazione anziana.
Cosa è emerso dallo studio? Il team ha dimostrato che l’assunzione di prebiotici, in particolare inulina e frutto-oligosaccaride (FOS), porta a significativi miglioramenti cognitivi (non si sono registrati invece vantaggi sulla resistenza fisica). I gemelli che hanno assunto l’integratore hanno infatti ottenuto punteggi migliori nei test cognitivi, soprattutto nel test Paired Associates Learning, considerato un precoce indicatore della malattia di Alzheimer. E questi risultati sono stati ottenuti in sole 12 settimane di trattamento.
Un aspetto interessante dello studio è l’osservazione dei cambiamenti nel microbiota intestinale dei partecipanti. L’integrazione di fibre ha portato a un aumento del batterio “buono” Bifidobacterium, suggerendo una connessione tra la salute intestinale e la funzione cerebrale.
Come ha dichiarato la dottoressa Mary Ni Lochlainn, del Dipartimento di ricerca sui gemelli:
Siamo entusiasti di vedere questi cambiamenti in sole 12 settimane. Ciò rappresenta un’enorme promessa per migliorare la salute del cervello e la memoria nella nostra popolazione che invecchia. Svelare i segreti dell’asse intestino-cervello potrebbe offrire nuovi approcci per vivere in modo più sano e più a lungo.
Gli scienziati coinvolti nel progetto esprimono entusiasmo per i risultati ma sottolineano anche l’importanza di ulteriori ricerche per confermare la durata e l’efficacia di questi benefici nel tempo.
La professoressa Claire Steves, autrice senior dello studio, ha dichiarato:
Queste fibre vegetali, che sono economiche e disponibili come prodotti da banco, potrebbero portare benefici a un ampio gruppo di persone in questi tempi di scarsità di denaro. Sono sicure e accettabile. Il nostro prossimo compito è vedere se questi effetti sono sostenuti per periodi più lunghi e in gruppi più ampi di persone.
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Fonte: King’s College London
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