L'assunzione per via orale o inalatoria di farmaci glucocorticoidi, principalmente utilizzati nel trattamento dell'asma o altri disturbi autoimmuni, sarebbe associata a cambiamenti dannosi nella sostanza bianca del cervello. Lo confermerebbe un recente studio.
I glucocorticoidi sono tra i farmaci più prescritti e usati per curare diverse malattie, tra cui l’asma e altri disturbi autoimmuni, grazie alle loro proprietà immunosoppressive ed antinfiammatorie. Possono essere formulati in vari modi, ma si trovano principalmente sotto forma di compresse e spray nasali.
Tuttavia, anche se efficaci, i farmaci glucocorticoidi sono associati ad una lunga serie di effetti collaterali, soprattutto se assunti per periodi prolungati o ad alte dosi, e per questo devono necessariamente essere somministrati dietro prescrizione medica.
A tal proposito, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) elenca tra gli effetti collaterali:
- aumento della glicemia
- diabete
- aumento di peso
- aumento della pressione del sangue o ipertensione
- osteoporosi e aumento del rischio di fratture
- acne
- cataratta
- instabilità dell’umore
- insonnia
Tra questi effetti collaterali, un recente studio pubblicato in questi giorni sulla rivista BMJ Open, avrebbe associato l’assunzione per via orale o inalatoria di farmaci glucocorticoidi a cambiamenti dannosi nella sostanza bianca del cervello.
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Lo studio
I ricercatori dello studio hanno utilizzato i dati della UK Biobank, un grande centro di ricerca biomedica che ha seguito 500.000 residenti nel Regno Unito dal 2006 al 2010, per rilevare eventuali differenze nei volumi cerebrali e nella microstruttura della sostanza bianca tra chi assumeva glucocorticoidi sistemici o per via inalatoria e chi no.
Da tale database, i ricercatori sono stati in grado di trovare 222 utenti di glucocorticoidi orali e 557 utenti di glucocorticoidi per via inalatoria che non avevano una precedente diagnosi di alcun disturbo neurologico, ormonale o di salute mentale.
A questi soggetti sono stati somministrati test di salute cognitiva e mentale, nonché sono stati sottoposti ad una risonanza magnetica di diffusione del cervello. Una volta estratti i dati, i ricercatori hanno confrontato i risultati con oltre 24.000 persone nel database che non avevano assunto glucocorticoidi.
Dalle analisi effettuate è emerso come l’uso sistemico e inalato di farmaci glucocorticoidi fosse associato a cambiamenti dannosi nella sostanza bianca del cervello, contribuendo così agli effetti collaterali neuropsichiatrici dei farmaci glucocorticoidi, soprattutto con l’uso cronico.
La materia bianca è il tessuto che forma le connessioni tra le cellule cerebrali e il resto del sistema nervoso. Inoltre, livelli bassi di sostanza bianca possono contribuire a rallentare la capacità del cervello di elaborare le informazioni, prestare attenzione e ricordare e sono collegati a disturbi come depressione, ansia e irritabilità.
Infatti, i ricercatori avrebbero evidenziato una velocità di elaborazione mentale dei soggetti utilizzatori di glucocorticoidi nettamente inferiore, nonché una maggiore apatia, depressione, affaticamento e irrequietezza rispetto ai non utilizzatori.
In conclusione, gli specialisti dovrebbero essere ancora più cauti nel prescrivere la più piccola dose di glucocorticoidi necessaria per controllare i sintomi, a causa del gran numero di effetti collaterali connessi e considerato il loro impatto sulla salute, compresa quella del cervello.
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Fonte: BMJ Open
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