C'è una classe di antibiotici particolarmente discussa. Parliamo dei fluorochinoloni che gli studi hanno associato a possibili effetti collaterali anche gravi. La FDA americana consiglia di usarli solo in assenza di alternative ma purtroppo sono ancora tra gli antibiotici più prescritti al mondo
Gli antibiotici sono dei farmaci importantissimi ma da assumere solo quando è strettamente necessario. Sappiamo infatti che una delle più grandi sfide sanitarie dell’imminente futuro è fermare la resistenza che hanno sviluppato alcuni pericolosi batteri, proprio a causa di un utilizzo scorretto di questi medicinali.
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Ma non tutti gli antibiotici sono uguali e c’è in particolare una classe di questi medicinali che la scienza ha dimostrato essere più pericolosa, in quanto espone a maggiori effetti collaterali.
Parliamo dei fluorochinoloni, a lungo associati alla tendinite e alla rottura del tendine di Achille, ma che aumentano anche il rischio di dissezione aortica (uno strappo nella parete dell’arteria maggiore) o di rottura dell’aorta, che può portare alla morte.
Questo effetto collaterale grave è ora riportato nei bugiardini di tali farmaci, che vengono ancora prescritti in alcuni casi per trattare infezioni alle vie respiratorie superiori o alle vie urinarie.
In realtà, è da tempo che si sospettano possibili effetti collaterali, anche gravi, in seguito all’assunzione di questi medinali. La Food and Drug Administration (FDA) ha aggiunto per la prima volta un’avvertenza sui fluorochinoloni già nel 2008, a causa dell’aumento del rischio di tendinite.
Avvertenza sempre aggiornata costantemente negli anni, aggiungendo i nuovi possibili effetti collaterali scoperti dalle più recenti ricerche scientifiche (tra questi miastenia grave e neuropatia periferica irreversibile).
Nel 2018, sempre la FDA ha avvertito che gli antibiotici fluorochinolonici possono aumentare il verificarsi di rotture o lacerazioni nell’aorta.
Per arrivare ad affermare questo, ci si è basati sui risultati di alcuni studi osservazionali che mostravano casi in cui gli antibiotici erano stati somministrati, per via orale o attraverso un’iniezione, e avevano provocato problemi all’aorta. Vi era dunque un’associazione coerente tra dissezione o rottura aortica e uso di fluorochinoloni. Non è stato però possibile determinare da tali studi il meccanismo sottostante.
Ciò ha portato comunque la FDA a mettere in guardia contro l’uso di tale classe di antibiotici, in particolare nei soggetti a rischio, consigliando di prescriverli solo nei casi in cui non siano disponibili altre opzioni terapeutiche.
In particolare, tali antibiotici non devono essere utilizzati da coloro che sono a rischio o hanno un aneurisma aortico in corso, come da chi soffre di malattia vascolare aterosclerotica periferica, ipertensione e condizioni genetiche specifiche come la sindrome di Ehlers-Danlos o la sindrome di Marfan.
In una dichiarazione, la FDA avverte:
I fluorochinoloni non devono essere usati nei pazienti ad aumentato rischio a meno che non siano disponibili altre opzioni terapeutiche.
Poi a gennaio 2022 in un avviso scrive:
Abbiamo stabilito che i fluorochinoloni dovrebbero essere riservati all’uso in pazienti senza altre opzioni terapeutiche per sinusite batterica acuta o ABS, esacerbazione batterica acuta di bronchite cronica (ABECB) e IVU non complicata perché i rischi generalmente superano i benefici.
Già nel 2019, anche in Europa, si era diffuso l’avvertimento di limitare al minimo le prescrizioni di antibiotici fluorochinolonici, da utilizzare solo in casi di estrema necessità.
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Tuttavia, nonostante questi avvertimenti, alcuni ricercatori hanno scoperto nell’aprile 2022 che i fluorochinoloni sono ancora tra gli antibiotici più prescritti in tutto il mondo.
Alcuni dei fluorochinoloni comunemente utilizzati includono ciprofloxacina, levofloxacina, gemifloxacina e moxifloxacina, prescritti per trattare le infezioni del tratto respiratorio e urinario.
Altre possibili reazioni associate all’uso di questi antibiotici, possono interessare il sistema nervoso centrale e i sistemi muscoloscheletrici, visivi e renali, a volte contemporaneamente. Tra le gravi reazioni riportate dagli studi vi sono:
- Compromissione della memoria
- Delirio
- Agitazione
- Disorientamento
- Distacco di retina
- Perdita dell’udito e/o acufene
- Disturbo dell’attenzione
- Calcoli renali
- Insufficienza renale
- Ipoglicemia che porta al coma
- Rottura o dissezione aortica
- Rottura o dissezione del tendine
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Fonte: FDA
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