Un nuovo studio punta il dito contro il cosiddetto dibutil stagno (DBT), una sostanza chimica presente nel PVC, colpevole dell'obesità e di aumentare le possibilità di sviluppare il diabete.
L’esposizione alla plastica in PVC potrebbe aumentare il rischio di obesità e pre-diabete negli esseri umani. Un’ulteriore indagine ci mette in guardia, ancora una volta, dalle sostanze chimiche di diversi prodotti, che potrebbero giocare un ruolo chiave nell’insorgenza (anche) dell’obesità.
A dirlo è una nuova ricerca dell’Università della California, che punta il dito contro il cosiddetto dibutil stagno (DBT), una sostanza chimica presente nel PVC, colpevole proprio dell’obesità e di aumentare le possibilità di sviluppare il diabete, partendo da un’alterazione delle cellule staminali.
Il dibutil stagno è uno degli stabilizzanti plastici per PVC, ossia quei prodotti chimici a base di diversi composti organici o inorganici che conferiscono stabilità al calore e alla luce durante il processo di trasformazione della resina (polimero) in semilavorato o in manufatto.
Lo si trova per lo più in persiane, tubi dell’acqua e in telai di porte e finestre, ma anche in polvere domestica, tramite contaminazione alimentare e in dispositivi medici.
Durante analisi di laboratorio, i ricercatori americani hanno scoperto che le cellule staminali umane esposte utilizzate hanno mostrato un aumento dell’accumulo di grasso, affermando di contro che il monitoraggio dell’esposizione umana a queste sostanze chimiche non è attualmente condotto da alcuna agenzia di salute pubblica.
“Non sappiamo davvero quanto siamo esposti a DBT – spiega l’autore principale dello studio, Raquel Chamorro-García. Ma è in tanti materiali nelle nostre case e crediamo che la maggior parte delle persone siano esposte e che la sostanza chimica possa avere un impatto sul nostro attuale problema del diabete”.
I tassi di obesità sono aumentati negli ultimi decenni. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, la prevalenza mondiale dell’obesità è quasi raddoppiata tra il 1980 e il 2008 e attualmente oltre il 50% delle persone in Europa è in sovrappeso o soffre di obesità. È per questo che con questo studio, gli esperti vorrebbero suggerire che anche l’esposizione umana al PVC dovrebbe essere misurata per capire come contribuisce all’obesità e per identificare i livelli e le fonti di esposizione che potrebbero essere ridotti o eliminati in futuro.
Non solo obesità
Il PVC, il famigerato cloruro di vinile, ha ahinoi già dimostrato di produrre una varietà di effetti sulla salute umana, in particolare se ci si espone attraverso l’inalazione.
Esiste, infatti, il rischio potenziale di danno epatico dall’esposizione cronica per inalazione e esposizione orale ed è elencato come cancerogeno umano di gruppo A dall’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti.
Gli ftalati utilizzati per ammorbidire il PVC, infine, interferirebbero con il sistema ormonale femminile, mentre il PVC rimane tossico se usato a contatto con alimenti.
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Germana Carillo