Le meduse spaventano per via dei loro tentacoli urticanti, ma bastano pochi e semplici accorgimenti per fronteggiare il loro 'attacco'
Le meduse spaventano molti per via dei loro tentacoli urticanti, ma niente paura: bastano pochi e semplici accorgimenti per fronteggiare un contatto con questo animale marino, altrimenti innocuo. Attenti ai falsi miti e ai… reati
Stare sulla spiaggia e fare il bagno a mare vuol dire, molto spesso, avere a che fare con le meduse, che nel nostro Mar Mediterraneo sono una presenza fissa di ogni estate (come dimostrano tante segnalazioni date dai bagnanti). Si tratta di organismi affascinanti, eleganti e sai movimenti sinuosi, ma dotati purtroppo di tentacoli urticanti che possono arrecare qualche danno alla salute umana. Non bisogna spaventarsi, si tratta di un fastidio che passa di solito dopo qualche ora, ma è bene usare prudenza e adottare dei piccoli accorgimenti per non rovinarsi la vacanza.
Innanzitutto, cosa sono le meduse? Si tratta di organismi semplici, invertebrati, membri della famiglia degli Cnidaria. Hanno una forma a campana, da ‘polpo rovesciato’, che racchiude una cavità digestiva che funziona sia come stomaco che come intestino, intorno alla cui base partono dei tentacoli filiformi. Le meduse sono composte da tre strati: uno esterno, chiamato epidermide; uno intermedio costituito da una sostanza densa, elastica e gelatinosa (mesoglea) composta per circa il 95% da acqua; uno strato interno, chiamato gastroderma. Sono dotate di un sistema nervoso elementare che permette loro di percepire l’ambiente circostante e rispondere agli stimoli.
(Leggi anche: Meduse: 10 rimedi naturali e cosa fare in caso di puntura)
Anche se si parla di ‘puntura di medusa’ questa definizione è impropria perché la medusa non punge, né morde: in risposta ad un potenziale pericolo (ad esempio la presenza dell’uomo) i suoi tentacoli emettono una sostanza urticante per la pelle. Quando i tentacoli sfiorano la nostra pelle, avvertiamo una sensazione di bruciore o dolore; possono formarsi segni come linee incrociate rosse e gonfie (eritema ed edema) con formazione di piccole vescicole.
In generale, comunque, la maggior parte degli effetti dovuti al contatto con le meduse presenti nei nostri mari si risolve in poche ore, con una semplice reazione della pelle e un po’ di dolore. Un’eventuale gravità del fenomeno potrebbe essere dovuta all’età del soggetto colpito, all’estensione e alla durata del contatto, al tipo di medusa incontrata.
Cosa fare se ci sono meduse in mare?
Semplice, se ci sono l’unico modo per evitarle è… non fare il bagno. Ricordate che uccidere meduse è reato! Si rischiano fino a 18 mesi di carcere e multe salate
Ma cosa fare se si è sfiorata una medusa?
- È fondamentale mantenere la calma (o rassicurare chi ha subito ‘l’attacco’ di una medusa, come ad esempio un bambino) e magari chiedere aiuto ad altri bagnanti;
- Controllare che parti dei tentacoli non siano rimaste attaccate alla pelle lesa – eventualmente rimuoverle senza toccarle direttamente con le mani, aiutandosi magari con un coltellino o con una tessera rigida (come una carta di credito);
- Utilizzare acqua di mare per sciacquare la pelle dopo aver rimosso residui della medusa;
- Per ridurre il dolore si può immergere la parte colpita in acqua molto calda per almeno 20;
- Fare impacchi di ghiaccio per anestetizzare la parte e ‘addormentare’ il dolore, ma attenzione a non far entrare il ghiaccio (acqua dolce) a diretto contatto con la pelle, perché potrebbe acuire il bruciore anziché diminuirlo;
- Applicare un gel astringente al cloruro di alluminio (facilmente reperibile in farmacia) per lenire il prurito e a bloccare la diffusione delle tossine;
- Evitare di toccare o grattare la parte lesa – non farebbe altro che aumentare il fastidio;
- Contattare un medico o chiamare il pronto soccorso solo in caso di sintomi gravi, come difficoltà a respirare, nausea, vomito, vertigini, sudorazione eccessiva.
- No all’urina dopo un contatto urticante con una medusa! Non è dimostrato che l’ammoniaca neutralizzi le sostanze urticanti liberate dalle meduse.
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Fonti: Istituto Superiore di Sanità / GreenMe
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