Psoriasi e infelicità: secondo il World Psoriasis Happiness Report 2017, tra i Paesi dove le persone con psoriasi sono più felici, l’Italia si colloca al 16esimo posto sulle 19 nazioni considerate.
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Stress e infelicità all’ordine del giorno per gli italiani affetti da psoriasi. Proprio così: per loro è un quadro decisamente nero quello delineato da una classifica internazionale che collega la psoriasi all’umore dei pazienti.
Secondo il World Psoriasis Happiness Report 2017, tra i Paesi dove le persone con psoriasi sono più felici, l’Italia si colloca al 16esimo posto sulle 19 nazioni considerate.
La psoriasi è una malattia autoimmune cronica comune che colpisce circa 125 milioni di persone in tutto il mondo. Il World Psoriasis Happiness Report 2017 si propone di far luce su ciò che influisce sul benessere soggettivo delle persone che vivono con la psoriasi e per fare ciò gli studiosi hanno ricevuto l’input da più di 120mila persone in 184 paesi su un ampio spettro di indicatori di benessere come stress, supporto sociale e solitudine.
Quello che è emerso è che in Italia i pazienti sono molto stressati e infelici, con un senso di disagio e scarsa fiducia nell’impegno del servizio sanitario, cui si accompagnano una sensazione di vergogna per i segni sul corpo, di essere percepiti dagli altri come contagiosi e l’ansia da ricomparsa dei sintomi, che spesso può sfociare in vera e propria depressione.
Cos’è la psoriasi
La psoriasi una malattia infiammatoria della pelle, cronica e recidivante. Non ha nulla di contagioso o infettivo e di solito si presenta con chiazze persistenti arrossate, ricoperte da squame biancastre, soprattutto sui gomiti, sulle ginocchia e sul cuoio capelluto.
Nonostante la psoriasi colpisca più 2,5 milioni di italiani, non è ancora del tutto chiara la causa che la scateni. Secondo l’ipotesi più avvalorata, sarebbero principalmente fattori genetici, cui vanno aggiunti quelli ambientali e delle anomalie nel sistema immunitario.
Quel che è certo è che la psoriasi può rientrare tra le malattie sistemiche, dal momento che ad essa si associano malattie infiammatorie croniche intestinali, patologie oculari, malattie metaboliche e cardiovascolari e anche disturbi psicologici.
Il World Psoriasis Happiness Report 2017
Il report ha misurato il “deficit di felicità” tra la popolazione generale e le persone con psoriasi in 19 Paesi, tra cui l’Italia, usando come riferimento il World Happiness Report 2017.
L’indagine ha coinvolto 121.800 persone distribuite in 184 Paesi che hanno autocertificato di soffrire di psoriasi e ha inteso sottolineare il fatto che vivere con una patologia cronica esercita senza dubbio un impatto sulla qualità della vita e sugli indicatori del benessere. Più alto è il grado di severità, più bassi sono i livelli di felicità rilevati. Lo studio mostra che le persone che convivono con una forma grave di psoriasi in alcuni Paesi riferiscono livelli di felicità del 30% inferiori rispetto ai loro connazionali che non soffrono di questa patologia.
Ciò che emerge è la particolare classificazione dei 19 Paesi in base ai livelli medi di felicità. I Paesi che non rientrano tra le 10 nazioni con il miglior rating nel report annuale UN World Happiness Report– come la Colombia, il Brasile, il Messico e la Spagna – sono alle prime posizioni quando si considera il gruppo di persone che convivono con la psoriasi.
Allo stesso modo, la Norvegia e la Danimarca – i due Paesi più felici al mondo secondo The World Happiness Report – si collocano rispettivamente in nona e in quattordicesima posizione. Con un punteggio di felicità medio di 5,65 per chi convive con la psoriasi in Danimarca e di 5,99 in Norvegia, i Paesi nordici si distinguono per un gap di felicità di maggiore rispetto al benchmark, soprattutto se si considera che in questi Paesi la popolazione generale riferisce un livello di felicità pari a 7,5.
I sintomi e la felicità
Inoltre, la felicità dipendederebbe anche dal tipo di sintomi che il paziente manifesta: in Italia, per esempio, la desquamazione genera un deficit di felicità del 9,46%, mentre a compromettere in misura maggiore il benessere generale è la difficoltà a camminare, con un deficit del 17,8%. I livelli di felicità sono connessi anche all’area del corpo in cui si manifestano i sintomi. I dati mostrano una netta differenza tra quelli che appaiono a livello del cuoio capelluto e quelli in zona genitale: nel primo caso, il deficit si ferma a -7,2% (con una punta di -9% per le donne), nel secondo arriva a -12,9% in generale e a -16% per il sesso femminile.
In media, il 33% di tutte le persone con psoriasi riferisce una sensazione di solitudine a prescindere dall’età, dalla severità della patologia e dallo stato socio-economico. L’Italia è tra i Paesi in cui si avverte meno, nel 28% dei casi contro il 48% nel Regno Unito, che è al primo posto. Il 60% dei partecipanti nel mondo riferisce che la psoriasi influisce sulla sicurezza in se stessi, in grado da moderato a estremo nella vita quotidiana. Il disagio è una delle condizioni più diffuse associate alla patologia: in Italia, oltre la metà (53%) dei pazienti convive con questa sensazione e i dati peggiorano se si considerano le donne (70%).
Il Sistema sanitario assente e sensibilità pubblica
Un aspetto determinante è dato dalla qualità dei rapporti con il medico curante e il Sistema sanitario nazionale: chi si sente supportato dal proprio medico registra un deficit di felicità del 3%, chi invece non riscontra comprensione arriva al 21%. In Italia il 51,88% dei pazienti ritiene che il proprio medico comprenda appieno l’impatto che la psoriasi esercita sulle loro vite, mentre il 47% non si sente compreso. Più della metà (54%) non pensa di essere stato informato a sufficienza. Il 64,96%, contro il 52,93% globale, non ha fiducia nel fatto che il Ssn abbia come obiettivo principale quello di migliorare la loro condizione di salute.
La percezione dei pazienti, infine, è che vi sia in generale scarsa sensibilizzazione sulla patologia: il 74,13% degli intervistati a livello globale crede che non ci sia abbastanza consapevolezza pubblica della psoriasi e delle sue conseguenze. Fra loro si osserva un abbassamento della felicità di circa l’11,3%.
Le donne
Anche se sia gli uomini che le donne sono colpiti sia a livello fisico che a livello emozionale e psicologico, si registra un impatto negativo superiore sulle donne. Rispetto ai loro connazionali sani, gli uomini e le donne che convivono con una psoriasi grave riferiscono livelli di felicità inferiori rispettivamente dell’11,3% e del 18,5%. Inoltre, le donne mostrano costantemente livelli di stress e solitudine superiori rispetto agli uomini.
Dalle osservazioni, insomma, quello che emerge è che le persone che soffrono di stress mentre convivono con la psoriasi hanno il 23% di probabilità in più di essere infelici. Va da sé, quindi, che i fattori che ridurrebbero il numero di persone che vivono in uno stato di infelicità sono fondamentali per ridurre in particolare i livelli di stress: secondo l’analisi, cioè, che riducendo i casi più estremi di stress è possibile aiutare molte persone a uscire dallo stato di infelicità.
Cosa fare allora? Dura a dirsi, ma imparare a convivere con la malattia è il primo passo per accettarsi ed essere più sereni. Tenete duro e non entrate in un circolo vizioso: di terapie ce ne sono diverse e puntate su quella che più fa al caso vostro.
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Germana Carillo