La psoriasi è ancora una malattia fin troppo sottovalutata, tanto che troppo spesso è anche difficile diagnosticarla in tempi rapidi. Dal Censis il monito a una maggiore informazione e sensibilizzazione
Psoriasi, è così difficile diagnosticarla? Pare proprio di sì. Da un’indagine condotta dal Censis, nella stragrande maggioranza dei casi si consultano fino a quattro diversi specialisti prima di avere una diagnosi certa e una cura adeguata.
Ben lontana da un problema meramente estetico, la psoriasi è una vera e propria malattia infiammatoria cronica della pelle (che non infetta e non contagia!) e, date le macchie diffuse, ha pure un forte impatto psicologico. Ecco perché bisogna sapere come curarla in tempo e creare il meno disagio possibile.
Così, in vista della prossima Giornata mondiale che si terrà domenica 25 ottobre, il Censis snocciola dati per nulla confortanti (ottenuti in collaborazione con le 5 società scientifiche ADOI, SIDeMaST SIF, SIFO, SIMG – e dell’Associazione dei Pazienti A.DI.PSO): in 7 casi su 10 le persone che soffrono di psoriasi sono passate da uno specialista a un altro per ottenere una diagnosi corretta e in 5 su 10 si sono rivolte in media a ben 4 diversi specialisti o centri specifici prima di individuare l’attuale interlocutore cui affidarsi una cura certa.
Tutto ciò, nonostante la psoriasi colpisca in forma più o meno grave più 2,5 milioni di italiani. La causa scatenante? Non è del tutto chiara, ma, secondo l’ipotesi più accreditata, sarebbero principalmente fattori genetici, cui vanno aggiunti quelli ambientali e delle anomalie nel sistema immunitario. In più, in base a ultime ricerche, la psoriasi può annoverarsi tra le malattie sistemiche, dal momento che ad essa si associano malattie infiammatorie croniche intestinali, patologie oculari, malattie metaboliche e cardiovascolari e disturbi psicologici.
Insomma, non se la passano bene i pazienti di psoriasi e tutto questo – in primis il calvario per vederla diagnosticata – non fa che impattare ancora di più sulla loro qualità di vita, a partire dalla vergogna per i segni sul corpo (nel 56% dei casi), la sensazione di essere percepiti dagli altri come contagiosi (52%) e l’ansia da ricomparsa dei sintomi, che spesso può sfociare in vera e propria depressione.
Quello che emerge, in pratica, è che la psoriasi è una patologia ancora troppo sottovalutata. Su di essa non c’è una corretta informazione e una sensibilizzazione a tutti i livelli, a partire dall’organizzazione sanitaria, che dovrebbe essere più capillare, fino ad arrivare all’opinione pubblica, complice di un fastidioso stigma nei confronti dei pazienti affetti da psoriasi.
E per una diagnosi più immediata? Secondo il Censis sarebbe necessario un modello organizzativo più efficace che vada dalla formazione dei medici di medicina generale a un miglior collegamento tra dermatologia territoriale e i centri di riferimento per la cura della psoriasi.
Intanto, chi sa già di essere affetto da psoriasi, tenga dura e non demorda. Di terapie ce ne sono diverse e consentono di tenere a bada il problema e farlo regredire almeno per un po’ di tempo. Esistono creme e gel da utilizzare per uso topico esclusivamente sulle zone colpite oppure veri e propri farmaci utili a regolare l’infiammazione o anche cure termali. Di tutto parlate sempre comunque prima con il vostro dermatologo!
Germana Carillo
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