La plastica è una minaccia più grande del previsto: sta diffondendo additivi chimici tossici e inquinanti

Medici ed ambientalisti chiedono un’azione internazionale per controllare i prodotti chimici della plastica

Medici ed ambientalisti chiedono un’azione internazionale per controllare i prodotti chimici della plastica e ridimensionare la produzione di questo materiale

La plastica rappresenta una minaccia significativa non solo per l’ambiente e gli ecosistemi, ma anche per la salute umana. È quanto emerge da uno studio condotto da IPEN in collaborazione con International Pellet Watch (IPW), che ha avuto come obiettivo quello di indagare la presenza di sostanze chimiche pericolose e inquinanti presenti nei pellet di plastica pre-produzione dispersi nell’ambiente (magari a causa di naufragi o perdita di carico delle navi che li trasportano, come vi abbiamo raccontato in questo articolo) e pellet di plastica riciclata acquistati da impianti di riciclaggio.

I ricercatori hanno analizzato separatamente i due tipi di pellet: da una parte, pellet di pre-produzione contenenti sostanze quali bisfenolo A, ritardanti di fiamma e stabilizzanti di luce ultraviolette, nonché sostanze note per la loro interferenza con il sistema endocrino; dall’altra, pellet dispersi nell’ambiente e spiaggiati (raccolti in 22 siti in Africa, Nord e Sud America, Asia, Australia, Caraibi ed Europa) contenenti 13 policlorobifenili e 10 stabilizzanti di luce ultraviolette. I risultati hanno, in entrambi i casi, dimostrato la presenza di additivi chimici tossici e inquinanti che rappresentano una grave minaccia per la salute dell’uomo e dell’ambiente: gli effetti sulla salute includono un aumentato rischio di cancro e di modificazioni a livello del sistema endocrino (con effetti sullo sviluppo, sulla crescita e sulle capacità riproduttive).

I risultati di questi studi sono molto preoccupanti, in particolare quelli relativi a pellet di plastica riciclata provenienti da impianti di riciclaggio che vengono utilizzati per creare altri prodotti in plastica. Questi risultati suggeriscono una revisione delle nostre politiche esistenti e della rigorosa regolamentazione e monitoraggio degli impianti di riciclaggio – spiega Mark Peñalver, fra gli autori dello studio. – Sebbene queste strutture possano offrire una soluzione al problema della plastica, tuttavia, creano anche un altro problema pericoloso, tossico e pericoloso per la salute. Le persone sono già esposte a sostanze chimiche dannose attraverso l’uso della plastica, ma sono ancora più a rischio con l’uso di questi materiali riciclati.

Ciò che preoccupa in modo particolare ed inaspettato, quindi, sono i risultati degli studi condotti sui pellet di plastica riciclati. Finora si è pensato al riciclo come un’ottima strategia di recupero dei materiali plastici, per evitare la loro dispersione nell’ambiente e l’impiego di ulteriore petrolio per produrre plastica nuova – ma evidentemente questo ragionamento è sbagliato: come dimostrato da questo studio, l’uso diffuso di additivi chimici tossici nella produzione di plastica riciclata rende questa una materia prima inaccettabile per la realizzazione di nuovi prodotti, annullando l’effetto benefico per l’ambiente della pratica del riciclo.  

Si stima che nelle materie plastiche siano presenti oltre 10.000 sostanze chimiche: di questi circa 5.000 sono additivi chimici che conferiscono speciali caratteristiche ai prodotti. Molte di queste sostanze chimiche sono tossiche, ma solo alcune sono soggette a controllo normativo, poiché ancora troppo scarsi e incompleti sono gli studi relativi ai rischi per l’uomo e l’ambiente dell’esposizione a tali sostanze rilasciate dalla plastica.

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Fonte: IPEN

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