Messa a punto la bevanda probiotica che ci aiuterà a combattere la resistenza agli antibiotici

Un gruppo di ricercatori è riuscito a inibire la trasmissione dell'informazione genetica della resistenza agli antibiotici

Una bevanda probiotica potrebbe in futuro aiutarci a combattere l’antibiotico resistenza, rendendo i batteri suscettibili ai trattamenti con gli antibiotici che abbiamo a disposizione.

La resistenza agli antibiotici nei batteri è un problema sempre più urgente che rappresenta una delle principali sfide globali per la salute pubblica.

L’aumento della resistenza da parte dei microorganismi è dovuto al crescente utilizzo di agenti antimicrobici, unito alla capacità dei batteri di adattarsi ed evolversi. Una volta instaurata tale resistenza, è molto difficile liberarsene, e ciò rende necessario lo sviluppo di antibiotici sempre più potenti.

Un team di ricercatori dell’Università di Birmingham è però riuscito ad affrontare la resistenza agli antibiotici in un modo diverso, andando ad agire sui plasmidi responsabili della diffusione dell’antibiotico resistenza.

I plasmidi sono frammenti di DNA presenti nel citoplasma delle cellule batteriche. Queste piccole molecole contengono informazioni genetiche, tra cui la resistenza dei batteri agli antibiotici e sono capaci di di replicarsi e di diffondersi, portando con sé i geni che determinano l’antibiotico resistenza.

I ricercatori hanno dunque manipolato dei plasmidi per incorporare geni che bloccano la replicazione del plasmide di resistenza. I nuovi plasmidi, chiamati pCURE impediscono la replicazione dei plasmidi che portano i geni di resistenza, rendendo nuovamente i batteri sensibili agli antibiotici comunemente utilizzati.

“Siamo stati in grado di dimostrare che se riesci a fermare la replicazione del plasmide, la maggior parte dei batteri perde il plasmide man mano che i batteri crescono e si dividono.
Ciò significa che infezioni difficili da controllare, anche con i più potenti antibiotici disponibili, hanno maggiori probabilità di essere curabili con gli antibiotici standard. ” ha spiegato il professor Christopher Thomas, che ha guidato la ricerca.

I microrganismi contenti il plasmide pCURE sono stati inseriti in una bevanda che ha il compito di trasportare i plasmidi modificati a livello intestinale.
L’assunzione della bevanda probiotica potrebbe così contrastare la resistenza agli antibiotici di molti batteri tra cui E. coli, Salmonella e Klebsiella pneumoniae.

pcure

Nei test di laboratorio la bevanda probiotica si è dimostrata efficace ma sono necessarie ulteriori modifiche e miglioramenti dei plasmidi pCURE prima di poter passare a un primo studio clinico.

“I risultati sono promettenti. La resistenza agli antibiotici è una delle maggiori sfide mediche del nostro tempo. Dobbiamo affrontare il problema su diversi fronti, anche riducendo il nostro uso di antibiotici e cercando nuovi farmaci più efficaci.
Il nostro approccio, che affronta una delle cause della resistenza antimicrobica a livello genetico, potrebbe essere un’importante nuova arma in questa battaglia”, ha concluso il professor Thomas.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Plosone

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