I prebiotici possono aiutare a riposare meglio e a migliorare il ritmo circadiano, lo dimostra una recente ricerca
I prebiotici possono aiutare a riposare meglio e a migliorare il ritmo circadiano, lo dimostra una recente ricerca
L’interruzione cronica del ritmo circadiano può avere un impatto misurabile su tutto, dal sonno all’umore e al metabolismo, fino al rischio di determinate malattie.
Un nuovo studio dell’Università del Colorado suggerisce che semplici composti dietetici noti come prebiotici, che servono da cibo per i batteri intestinali benefici, potrebbero svolgere un ruolo importante nell’aiutarci a riprenderci più velocemente. La ricerca sottolinea che, promuovendo e stabilizzando i batteri buoni nell’intestino e i metaboliti che rilasciano, potremmo essere in grado di rendere i nostri corpi più resistenti alle interruzioni circadiane.
Lo studio
Lo studio condotto però al momento solo su modelli animali, e pubblicato sulla rivista Brain, Behavior and Immunity, è l’ultimo a suggerire che i prebiotici, da non confondere con i probiotici presenti negli alimenti fermentati come yogurt e crauti, possono influenzare non solo l’intestino, ma anche il cervello e il comportamento .
Naturalmente abbondanti in molti alimenti fibrosi, inclusi porri, carciofi e cipolle, e nel latte materno, questi carboidrati indigeribili passano attraverso l’intestino tenue e rimangono lì, servendo da nutrimento per i trilioni di batteri che vi risiedono.
Per il nuovo studio, i ricercatori hanno cercato di capire se i prebiotici potrebbero anche promuovere la resilienza alle interruzioni dell’orologio biologico dovute a fattori come il jet lag oppure orari di lavoro irregolari. (Leggi anche: Jet-lag: 8 consigli per rimediare al cambio di fuso orario)
I risultati
I ricercatori hanno rilevato che i prebiotici sarebbero in grado di riequilibrare più rapidamente i cicli sonno-veglia e la temperatura corporea interna, resistendo anche alle alterazioni della flora intestinale che spesso derivano proprio dallo stress.
Questo è uno dei primi studi a collegare il consumo di prebiotici a specifici cambiamenti batterici che non solo influenzano il sonno, ma anche la risposta del corpo all’interruzione del ritmo circadiano.
Inoltre, la ricerca fa anche un passo avanti fondamentale nel rispondere alla domanda: come può la semplice ingestione di un amido avere un impatto sul modo in cui dormiamo e ci sentiamo?
I ricercatori hanno scoperto che coloro che seguivano la dieta prebiotica ospitavano un’abbondanza di diversi microbi in grado di garantire la salute dell’organismo, tra cui Ruminiclostridium 5 e Parabacteroides distasonis. Quindi, i soggetti che hanno ingerito i prebiotici ospitavano più batteri buoni, che a loro volta producevano metaboliti che li proteggevano dalle conseguenze sull’interruzione del ritmo circadiano.
Sono in corso studi clinici per determinare se i prebiotici potrebbero avere effetti simili sugli esseri umani. La ricerca potrebbe portare a miscele prebiotiche personalizzate e progettate per individui, le cui carriere o stili di vita li espongono a frequenti interruzioni circadiane.
Perché non ingerire direttamente i batteri benefici, attraverso cibi ricchi di probiotici come lo yogurt? Secondo il team di ricerca, questa potrebbe essere una strada efficace, ma i prebiotici rispetto ai probiotici, supportano i batteri amici che già si hanno invece che introdurne una nuova specie.
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Fonte: Science Direct
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