Da una scommessa una scoperta salvavita: è quanto accaduto all'attore Ryan Reynolds, che ha scoperto un polipo potenzialmente cancerogeno dopo essersi sottoposto a colonscopia
Tutto è iniziato, come spesso accade fra amici goliardici, per una scommessa. Lo scorso anno Ryan Reynolds aveva scommesso con l’amico Rob McElhenney che questo non sarebbe riuscito, in un solo anno, a imparare a parlare gaelico: se avesse perso, Reynolds non solo si sarebbe sottoposto a colonscopia, ma avrebbe condiviso sui social i risultati di questo esame clinico.
La scommessa è stata ovviamente persa da Reynolds, che si è cosi sottoposto all’esame. I due amici hanno compiuto entrambi 45 anni quest’anno, e la colonscopia è uno degli esami clinici a cui sottoporsi quando si raggiunge questa età per scongiurare il rischio di patologie dell’intestino.
Un altro buon motivo per fare questo esame al di là della scommessa, che è diventata il pretesto per lanciare un messaggio importante e sensibilizzare le persone (in primo luogo gli uomini, tradizionalmente più restii a sottoporsi a visite mediche ed esami clinici) sulla necessità di sottoporti ai controlli – soprattutto dopo una certa età.
Grazie alla colonscopia fatta a seguito della scommessa, Reynolds ha scoperto la presenza di un polipo nel proprio colon che, con il passare del tempo, avrebbe potuto svilupparsi in un cancro. Il polipo è stato prontamente rimosso, ma il messaggio resta: il cancro al colon si può prevenire anche grazie a un semplice esame.
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Dal polipo al cancro
Al di là della goliardica scommessa, il cancro al colon resta una delle forme tumorali più diffuse: rappresenta il 10% di tutti i tumori diagnosticati al mondo, terzo per occorrenza dopo quello alla mammella e al polmone. La colonscopia è l’esame che più di ogni altro consente una diagnosi precoce della malattia e, di conseguenza, aspettative di guarigione più alte.
Il colon è una parte dell’intestino, l’organo del nostro corpo deputato ad assorbire le sostanze nutritive assunte con il cibo e a espellere quelle di scarto attraverso le feci. Come tutti i tumori, anche il tumore al colon si genera da una crescita incontrollata di cellule – in questo caso, di cellule epiteliali che rivestono la parete interna dell’intestino.
Esse si aggregano in polipi, che possono degenerare poi in tumori. I polipi sono a tutti gli effetti delle forme precancerose, anche se non tutti sono a rischio di malignità. I medici sono soliti dividere i polipi in tre categorie:
- polipi iperplastici, caratterizzati da una mucosa a rapida proliferazione
- polipi amartomatosi, detti anche polipi giovanili e polipi di Peutz-Jeghers
- polipi adenomatosi, che possono trasformarsi in una neoplasia maligna.
La malattia, che raramente si manifesta prima dei 40 anni, colpisce solitamente uomini e donne fra i 60 e i 75 anni. Il tasso di mortalità connesso a questa forma tumorale, per fortuna, sta diminuendo negli ultimi anni (-10% negli ultimi quindici anni) – grazie ai programmi di screening della popolazione, alla diagnosi precoce e al miglioramento delle terapie.
Oltre alla predisposizione genetica allo sviluppo di polipi e con essi forme tumorali, esistono anche fattori di rischio che dipendono al nostro stile di vita – come scorrette abitudini alimentari, condizioni di obesità, tabagismo, sedentarietà, malattie croniche intestinali come la rettocolite.
I sintomi da non trascurare
Non esistono chiari sintomi di questa forma tumorale – e questo è il motivo per cui gli screening preventivi sono così importanti. Oltre alla colonscopia, è possibile effettuare un esame delle feci alla ricerca del sangue occulto: i polipi maligni, infatti, possono provocare perdite di sangue nelle feci spesso impercettibili a occhio nudo.
Altri sintomi che possono essere associati al cancro al colon sono stanchezza, mancanza di appetito, anemia, perdita di peso, irregolarità nell’evacuazione. Come si può comprendere, si tratta di sintomi molto generici che possono facilmente essere associati ad altre patologie o a disturbi di entità più lieve.
Fonti: AIRC / Instagram
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