I Pfas, sostanze persistenti nell'ambiente e potenzialmente pericolose per la nostra salute, sono ormai ovunque e contaminano anche le uniformi scolastiche dei bambini negli Usa e in Canada. Ma con quali rischi?
Ormai l’abbiamo capito e ribadito più volte: i Pfas, sostanze perfluoroalchiliche, si trovano praticamente ovunque. Diversi studi ne hanno scovato la presenza in molti oggetti di uso comune, come carta igienica e make-up ma, purtroppo, sono stati rilevati anche nel sangue del cordone ombelicale e nel latte materno.
Non sono esenti neppure i vestiti e, secondo un nuovo studio, le divise scolastiche, almeno quelle che indossano i bambini negli Stati Uniti e in Canada, prese a campione per valutare i livelli di Pfas che contenevano.
Secondo lo studio peer-reviewed, pubblicato sulla rivista Environmental Science&Technology, milioni di studenti sono esposti ogni giorno a livelli potenzialmente dannosi di Pfas, proprio a causa delle uniformi che indossano a scuola.
I ricercatori hanno infatti rilevato la presenza di queste sostanze in tutte le uniformi scolastiche resistenti alle macchie che hanno testato e che erano prodotte da 9 marchi comunemente usati nelle scuole statunitensi e canadesi.
La maggior parte delle divise presentava concentrazioni elevate, comparabili a quelle rilevate in articoli di abbigliamento outdoor, ma è evidente quanto sia più rischioso trovare Pfas in vestiti che si usano quotidianamente.
Come ha dichiarato Marta Venier, autrice senior e professoressa dell’Università dell’Indiana:
I PFAS non dovrebbero essere presenti in nessun capo di abbigliamento, ma il loro uso nelle uniformi scolastiche è particolarmente preoccupante. Le divise scolastiche vengono indossate direttamente sulla pelle fino a otto ore al giorno dai bambini, che sono particolarmente vulnerabili ai danni casuati dall’esposizione a sostanze tossiche come i PFAS.
I Pfas nelle divise possono arrivare nell’organismo dei bambini (con tutti i rischi che ciò comporta) in diverso modo:
- attraverso l’assorbimento della pelle
- mangiando con le mani non lavate
- nel trasferimento dagli abiti alla bocca (ad esempio quando i bambini più piccoli succhiano materiali tessili)
C’è poi anche il rischio inalazione, in quanto gli alcoli fluorotelomeri (la tipologia principale di Pfas trovata nelle uniformi) sono composti alquanto volatili.
Ma non è ancora tutto: le uniformi trattate con Pfas, sottolinea lo studio, sono una fonte di contaminazione per l’ambiente nel momento in cui queste vengono indossate, lavate, gettate via o riciclate.
Ricordiamo tra l’altro che negli Stati Uniti i Pfas sono noti come “forever chemicals“, soprannome che fa riferimento all’alta persistenza di queste sostanze nell’ambiente, in altre parole: una volta che ci sono arrivate è davvero difficile eliminarle.
Circa un quarto dei bambini statunitensi indossa uniformi scolastiche ma le divise sono molto comuni anche in Europa, Italia inclusa. In merito a questo, la dottoressa Marta Venier, che ci ha segnalato la sua interessante ricerca, ha dichiarato:
Sebbene lo studio si basi su abbigliamento acquistato in USA e Canada, è verosimile che il problema riguardi anche prodotti europei.
Fonte: Environmental Science&Technology
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