I 12 pesticidi nocivi autorizzati dall’Efsa che da 15 anni mettono a rischio la salute dei cittadini europei

Efsa sotto accusa per conflitti di interesse e per l'immissione nel mercato Ue di 12 pesticidi potenzialmente cancerogeni.

Alcuni pesticidi che arrivano direttamente nei nostri piatti possono essere altamente nocivi per la salute. I cittadini europei purtroppo non sono immuni da tali rischi, come risulta dall’ultimo rapporto pubblicato da Pan Europe (Pesticide Action Network Europe).

Dal documento emerge che l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, dal 2006 avrebbe autorizzato un gruppo di dodici pesticidi instabili, dichiarati sicuri dall’agenzia ma sospettati di essere genotossici, cioè capaci di danneggiare il Dna e quindi di provocare il cancro e altre malattie tramite i loro rispettivi sottoprodotti.

Un dato a dir poco allarmante, che sembrerebbe spiegare l’aumento dei casi di tumori al seno e alla prostata nello spazio Ue in quello stesso arco temporale, probabilmente riconducibile all’assunzione di alimenti (ovvero il ricorso negli allevamenti a mangimi per animali) contaminati da tali sostanze.

Conflitti di interesse

L’EFSA, agenzia dell’Unione europea istituita nel 2002, ha sede a Parma, in Italia. Nel recente rapporto di Pan Europe (giugno 2021), dall’eloquente titolo EFSA, Science or Ideology?, è stato accuratamente analizzato il contenuto dei pareri pubblicati dall’EFSA, che rileverebbe la presenza di conflitti di interesse (identificati anche dalla European Court of Auditors), destinati a minare la solidità, la neutralità, l’indipendenza e l’affidabilità scientifica dell’agenzia. In particolare, come sostenuto da fonti indipendenti, metà degli esperti dell’agenzia avrebbero interessi commerciali che rischiano di entrare in conflitto con il loro ruolo di garanti della salute pubblica.

pesticidi europa

©Shutterstock/nelic

I pesticidi sotto il mirino

Ecco i nomi dei dodici pesticidi dannosi, ma autorizzati dall’EFSA (nonostante la legislazione emanata dall’Ue nel 2009 in materia di prodotti fitosanitari):

Carfentrazone-etile, erbicida classificato C2 (probabilmente cancerogeno) dall’EFSA
Idrazide maleica H
Tifensulfuron-metile
Mesotrione
Flazasulfuron
Metsulfuron-metile
Iprovalicarb, classificato C2, probabilmente cancerogeno
Halosulfuron-metile
Metosulam

Buprofezina
Diflubenzuron
Acido 2,4-diclorofenossiacetico – 2,4-D

Tra di essi, figura l’idrazide maleica H, un erbicida. I suoi metaboliti (che derivano dalla sua degradazione) includono l’idrazina, una sostanza considerata genotossica e classificata come cancerogena di categoria 1B (“Sostanze di cui si presumono effetti cancerogeni per l’uomo”) secondo la classificazione dell’Unione Europea per cancerogeni, mutageni e reprotossici (Cmr – “sostanze cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione”). Tuttavia, a seguito delle valutazioni effettuate dall’EFSA, nell’ottobre 2017 è stata riapprovata la commercializzazione dell’idrazide maleica per i successivi quindici anni.

In Francia, cinque preparati commerciali contenenti idrazide maleica sono stati ritenuti idonei all’immissione in commercio, con autorizzazione rilasciata dall’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e della salute sul lavoro (ANSES). Secondo l’ultima scheda di farmacovigilanza specificatamente elaborata dall’ANSES, nell’ottobre 2018 quegli stessi preparati sarebbero stati impiegati per il trattamento di patate, carote, cipolle e come diserbanti. Sono state 100 le tonnellate in uso nel 2016 rispetto alle 49 del 2009.

Inoltre, residui di idrazide maleica sarebbero stati rintracciati in alimenti quali patate, cipolle, scalogni. L’apposita scheda dell’ANSES ha evidenziato che dal 2012 non è stata effettuata alcuna analisi e che la sostanza non è stata testata sui mangimi.

Bypassare l’EFSA?

Il caso dell’idrazide maleica è esemplare: dimostra l’ambiguità e la mancanza di trasparenza insite nel processo di autorizzazione dell’EFSA. Mentre l’idrazina è classificata come genotossica e sospettata di essere cancerogena, l’EFSA la considera non genotossica al di sotto di una certa concentrazione (0,028 ppm). Un approccio tossicologico che la comunità scientifica non può tollerare e che, tra l’altro, è in aperto contrasto con la nuova dottrina europea dell’”esposizione zero”, sia diretta che attraverso gli alimenti, con prodotti considerati cancerogeni, mutageni, reprotossici o con interferenti endocrini, proprio a tutela della salute delle persone residenti nell’Ue.

Quando si ha a che fare con sostanze come i prodotti genotossici o gli interferenti endocrini, questi agiscono infatti “senza soglia”, cioè espongono gli essere umani a gravi rischi anche quando il grado di esposizione è minimo o trascurabile.

In conclusione, il rapporto raccomanda che i 12 pesticidi “incriminati” siano riesaminati con urgenza da un organismo affidabile, esterno ed alternativo all’EFSA.

Fonte: Pan Europe

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