Gli scienziati hanno scoperto un nuovo organello nelle cellule dei mammiferi con un potenziale ruolo chiave nelle malattie autoimmuni

Un gruppo di ricerca guidato dall’ETH di Zurigo (Svizzera) ha descritto un nuovo organello presente nelle cellule dei mammiferi, costituito da anelli di DNA, che potrebbe svolgere un ruolo nelle malattie autoimmuni e aiutare gli scienziati a capire come si sono evoluti i nuclei cellulari

I ricercatori hanno identificato e caratterizzato un nuovo organello cellulare nelle cellule dei mammiferi, possibile precursore dell’odierno nucleo eucariotico e che potrebbe svolgere un ruolo chiave nelle malattie autoimmuni.

L’organello finora mai trovato, ribattezzato “esclusoma”, si trova nel plasma cellulare, cosa di per sé molto singolare perché, generalmente, le cellule eucariotiche conservano la maggior parte del loro DNA proprio nel nucleo, la cui presenza le caratterizza, organizzato in cromosomi.

Questo organello non è solo una curiosità scientifica, infatti un’ipotesi (ancora da confermare) è un suo ruolo chiave nelle malattie autoimmuni, ovvero quelle provocate dal nostro stesso sistema immunitario che “impazzisce” attaccando noi stessi. Secondo i ricercatori l’esclusoma potrebbe infatti svolgere un ruolo nella memoria immunologica cellulare.

Da molti anni i biologi di tutto il mondo studiano una speciale proteina che si lega al DNA, in particolare a quello presente nel plasma cellulare, innescando a volte una cascata di segnali che spinge le cellule a produrre e rilasciare sostanze infiammatorie le quali a loro volta “suggeriscono” al nostro organismo la possibile presenza di un agente patogeno, garantendo così la risposta immunitaria.

La nuova ricerca suggerisce che tale proteina possa “aggrapparsi” agli anelli del DNA presenti nell’esclusoma, provocando l’illusione prolungata di un’infezione.

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Il corpo continua a ricevere il segnale che il problema è ancora presente – spiega Ruth Kroschewski, che ha guidato la ricerca – Ciò significa che il sistema immunitario non ha altra scelta che rispondere al messaggero infiammatorio. E, poiché la cascata di segnali proinfiammatori non si attenua ma continua, ciò potrebbe facilitare le risposte autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico

Gli scienziati ritengono che l’esclusoma risalga alla prima evoluzione, quando emersero gli eucarioti. Infatti è opinione comune che le prime cellule eucariotiche siano il risultato della fusione di una forma primitiva di batteri con un organismo unicellulare simile a un batterio.

Il DNA risultante, proveniente da due diversi organismi, doveva essere organizzato e protetto dalla degradazione e quindi, con l’avanzare dell’evoluzione, si era sviluppato un meccanismo per garantire che le molecole di DNA fossero automaticamente racchiuse in un involucro di membrana, cosa che sembra accadere nell’esclusoma appena scoperto.

Il lavoro è stato pubblicato su Molecular Biology of the Cell.

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Fonti: ETH Zurigo / Molecular Biology of the Cell

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