Un team di ricerca italo-giapponese ha scoperto che l'esposizione ai pesticidi, in particolare all'imidacloprid (un neonicotinoide), fa sviluppare nei pulcini alcuni sintomi simili a quelli dell'autismo nell'uomo
Le ricerche sui danni causati dai pesticidi all’ambiente, agli animali e all’uomo vanno avanti e, giorno dopo giorno, le scoperte sono sempre più inquietanti (anche se c’è chi non gli dà il giusto peso).
Questa volta è stato trovato un collegamento tra l’esposizione a pesticidi neonicotinoidi (noti per essere particolarmente dannosi per le api) e la comparsa di sintomi simili a quelli dell’autismo nei pulcini.
Purtroppo per arrivare a questa scoperta sono stati utilizzati animali. Davvero abbiamo bisogno di esperimenti sugli animali per scoprire (o ribadire) quanto sono pericolosi i pesticidi?
La ricerca a cui facciamo riferimento è stata condotta da un team italo-giapponese composto da esperti della Facoltà di Scienze dell’Università di Hokkaido, dell’Università di Tokyo e della Facoltà di Scienze Farmaceutiche dell’Università Teikyo. Sul fronte italiano hanno partecipato invece Paola Sgadò e Giorgio Vallortigara del Center for Mind/Brain Sciences dell’Università di Trento.
Quanto scoperto è davvero preoccupante. In pratica, esponendo uova fecondate di gallina a basse dosi di un pesticida neonicotinoide, si è visto che i pulcini nati sviluppavano sintomi simili all’autismo umano e questo potrebbe suggerire, almeno potenzialmente, una responsabilità di tali sostanze nella comparsa di questa condizione.
I ricercatori, in realtà, hanno esposto le uova a diverse sostanze chimiche che agiscono sui recettori nicotinici dell’acetilcolina (nAChR), ma è stato in particolare l’imidacloprid (IMI), appunto un pesticida neonicotinoide, a lasciare maggiormente il segno sulla preferenza per il movimento biologico (BM).
Ma qui è necessario fare un passo indietro per capire. Tra i primi sintomi dell’autismo vi è una preferenza ritardata per gli oggetti animati, come la configurazione del viso e il movimento biologico (BM). Per questo esperimento sono stati scelti i pulcini in quanto, proprio come i neonati, in condizioni di salute sviluppano molto presto una preferenza per il movimento biologico (BM).
Invece, l’esposizione all’imidacloprid (tra l’altro a concentrazioni molto basse – 1ppm) ha portato i pulcini a compromettere la preferenza per gli oggetti animati, in modo simile a quanto accade nel disturbo dello spettro autistico negli esseri umani.
Naturalmente questo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cerebral Cortex Communications, non basta ad affermare che i neoconicotinoidi “accendano la miccia” dell’autismo e non si può dire soprattutto per l’uomo, dato che l’esperimento ha riguardato esclusivamente i pulcini. Sono quindi necessarie ulteriori ricerche per approfondire il tema.
Anche in passato comunque, altri studi hanno presentato una simile associazione. Leggi anche: Gravidanza: l’esposizione ai pesticidi aumenta il rischio di bimbi con ritardo o autismo
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Fonte: Cerebral Cortex Communication
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