Tamponi con oppio e belladonna: così si curavano i dolori mestruali fino al 19° secolo

Tra gli scaffali ci sono cose che oggi non troverete mai. Tra stranezze farmaceutiche come sanguisughe e tinture, al Museo della Farmacia di New Orleans, c’è anche la prima scatola di tamponi imbevuti di oppio e Belladonna.

Tra gli scaffali ci sono cose che oggi non troverete mai. Tra stranezze farmaceutiche come sanguisughe e tinture, al Museo della Farmacia di New Orleans, c’è anche la prima scatola di tamponi imbevuti di oppio e Belladonna.

Tamponi prodotti nel 19esimo secolo che avevano un compito specifico: l’oppio di alleviare i dolori mestruali, la Belladonna di dilatare e rilassare la vagina.

In realtà però l’utilizzo di oppiacei in ambito farmaceutico è una tradizione antica, perché come testimoniano alcuni volumi, perfino gli antichi romani usavano tamponi di lana imbevuti di una varietà di sostanze, tra cui: oppio, papaveri, olio di mandorla amara, miele bollite, cipolla mare e midollo di bue.

Naturalmente, a fianco del tampone, per alleviare il dolore del suo paziente, il medico dell’epoca Geddings somministrava una dose di oppio anche per lo stomaco e l’intestino. C’erano un sacco di preparazioni per i disturbi delle donne e la maggior parte, erano composte il 25 per cento o più da alcol e il resto da oppiacei.

Insomma, tamponi differenti da quelli che troviamo attualmente in commercio e che assolvono una funzione diversa. Ma nel museo, inaugurato nel 1950, l’oppio compare anche in clisteri e altre preparazioni galeniche per alleviare i dolori. Veniva, quindi, considerato come la panacea per tanti disturbi perché aveva effetto sedativo e antidolorifico.

oppio

Osservando vasetti e boccette di vetro si fa un tuffo nel passato mescolato a un tocco di macabro. Ci sono, infatti, oggetti che rievocano corpi malati, in trattamento o morti. Ci sono poi pozioni voodoo come “la polvere dell’amore”, che chissà cosa prometteva a chi la ingeriva, c’è la gommalacca e una serie di intrugli che combinano erbe, vegetali e tanto altro sulla base di ricette smerciate dalle sacerdotesse e poi vendute sottobanco.

Una soluzione per tutto: per chi cercava l’amore, la fortuna, il denaro o la cura per ogni male. E dietro ogni preparazione c’era l’immancabile oppio.

Dominella Trunfio

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