Wet market: l’Oms entra per la prima volta nel mercato umido di Wuhan, dove il tempo si è fermato a 1 anno fa

Un team dell'OMS ha visitato uno dei più grandi mercati umidi di Wuhan, alla ricerca di informazioni utili sulla diffusione del coronavirus

Un team di esperti dell’OMS ha fatto visita ieri ad uno dei mercati umidi di Whuan, attualmente chiuso e abbandonato, luogo da cui sarebbe partito il coronavirus. L’obiettivo: indagare sulle origini della pandemia e trovare indizi utili sulla diffusione del virus.

Ormai sono conosciuti in tutto il mondo. Parliamo dei mercati umidi di Wuhan, luoghi dove si vendono animali vivi (anche selvatici ed esotici) in condizioni igieniche discutibili. Proprio da alcuni di questi mercati sembra sia partito il coronavirus, facendo un salto di specie e passando da animale a uomo. Quello che è successo dopo lo conosciamo tutti ma c’è ancora tanto da scoprire sulla dinamica di diffusione del virus.

Proprio per questo, domenica, un team dell’OMS ha visitato il mercato di Baishazhou, uno dei più grandi mercati umidi di Wuhan (chiuso al pubblico e interamente disinfettato), considerato l’epicentro della pandemia, anche se studi successivi hanno suggerito che il virus potrebbe essere partito altrove.

Gli esperti dell’OMS, dopo aver trascorso 14 giorni di quarantena come previsto dal protocollo, hanno visitato diverse sezioni del mercato circondati da un folto seguito di funzionari e rappresentanti cinesi, oltre che dalle forze dell’ordine.

Peter Ben Embarek, il leader del team dell’OMS e specialista in sicurezza alimentare, ha dichiarato alla CNN:

“anche se il posto fosse stato in qualche modo disinfettato, tutti i negozi sono lì – e le attrezzature sono lì. Ti dà una buona idea dello stato del mercato in termini di manutenzione, infrastrutture, igiene e flusso di merci e persone. È chiaro che è successo qualcosa in quel mercato. Ma potrebbe anche essere che altri luoghi avessero lo stesso ruolo, e quello è stato scelto solo perché alcuni medici sono stati abbastanza intelligenti da collegare insieme alcuni casi sporadici”.

Ben Embarek ha anche rivelato che i funzionari cinesi hanno fornito dati importanti sull’influenza, o malattie simili all’influenza, individuati dai sofisticati sistemi di sorveglianza delle malattie cinesi nella regione di Hubei e nei dintorni, nei mesi precedenti l’epidemia del dicembre 2019. Dati che serviranno all’OMS per cercare collegamenti utili con quanto accaduto dopo.

 

Peter Daszak, zoologo e presidente della EcoHealth Alliance con sede a New York, ha descritto la visita al mercato di Huanan in un Tweet di domenica come “molto istruttiva e fondamentale per i nostri team congiunti per comprendere come l’epidemia del COVID mentre ha iniziato a diffondersi alla fine del 2019“.

Il professor Daszak ha inoltre dichiarato che:

“È uno shock vedere il posto. Tutti i negozi sono vuoti, l’attrezzatura è ancora lì. È un po ‘inquietante”.

Il mercato ittico di Huanan potrebbe dunque offrire alcuni indizi al team dell’OMS sul modello di trasmissione del virus. Ma l’origine animale del virus è ancora sconosciuta e necessita degli sforzi degli scienziati di tutto il mondo ha detto domenica al Global Times Yang Zhanqiu, il virologo di Wuhan.

Il team dell’OMS, con esperienza in pratiche veterinarie, virologia, sicurezza alimentare ed epidemiologia, ha finora visitato anche due ospedali protagonisti dell’epidemia in Cina: il Wuhan Jinyintan Hospital e l’Hubei Integrated Chinese and Western Medicine Hospital.

Gli esperti hanno in programma poi di visitare l’Istituto di virologia di Wuhan, specializzato nel coronavirus, dove il team incontrerà She Zhengli, la virologa nota come “Batwoman” in quanto ha condotto una lunga indagine sul coronavirus dei pipistrelli che, secondo gli scienziati, è un parente stretto di  SARS-COV2.

Fonte: CNN/Reuters

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