La reinfezione del coronavirus dipende dalla quantità di anticorpi neutralizzanti che ha una persona: se sono pochi di numero, c’è una possibilità più alta di reinfezione. Per affrontare questo problema, la scienza esamina sempre i dati disponibili e le prove a portata di mano che provengono dai casi pregressi
L’Omicron 2 – dichiarata in UK come “variante sotto osservazione” (VUI) – porta con sé una certezza: è facilmente trasmissibile. La domanda che tutti si pongono è quindi: posso reinfettarmi dopo esser guarito da Omicron 1? Cosa sappiamo sulla nuova mutazione? A darci una risposta è il rapporto pubblicato dalla UK Health Security Agency, Agenzia inglese per la sicurezza sanitaria.
La variante Omicron 2 (BA.2) mostra di fatto una velocità superiore rispetto al ceppo originale e ne stanno dimostrazione Paesi come la Danimarca, dove sta pian piano diventando prevalente. Secondo i primi dati, non si tratta comunque di una mutazione più pericolosa e non desta particolari preoccupazioni.
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Il rapporto della UKHSA ha reso note le prime informazioni raccolte dal giorno della sua identificazione.
In Danimarca e Gran Bretagna si è registrato un aumento del numero di sequenze del sotto-lignaggio Omicron BA.2 nella settimana che dal 3 gennaio 2022. “Il profilo del picco di BA.2 contiene 28 mutazioni“, si legge nel rapporto.
Quindi Omicron 2 quanto è contagiosa?
La variante Omicron BA.2, si legge nel rapporto, presenta un tasso di crescita maggiore rispetto a BA.1 in tutte le regioni dell’Inghilterra, mentre la crescita dei tassi può essere sovrastimata all’inizio dell’emergere di una variante, l’apparente vantaggio di crescita è attualmente sostanziale.
Una possibile reinfezione
Secondo il report, in Inghilterra non è stata rilevata alcuna reinfezione da BA.2 confermata dalla sequenza a seguito di un’infezione da BA.1. Chi negli ultimi due mesi si è infettato con la variante Omicron con ogni probabilità è protetto almeno nel breve periodo.
Lo confermerebbe anche uno studio in attesa di valutazione e condotto da ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, che esclude l’ipotesi che le persone infettate da BA.1 possano reinfettarsi qualora la seconda variante possa prendere il sopravvento.
La ricerca ha svolto due differenti test: utilizzando il siero di 24 persone vaccinate, ha verificato se la comparsa di Omicron 2 comporti una perdita di capacità protettiva dei vaccini rispetto a Omicron 1. La riduzione di efficacia c’è, ma di gran lunga inferiore. Nello specifico, con due dosi di vaccino, mentre per Omicron si osserva una riduzione di 23 volte della capacità neutralizzante degli anticorpi rispetto al virus di Whuan, con Omicron 2 la riduzione è di 27 volte. Con la terza dose, la riduzione di efficacia si attenua notevolmente: è di 6,1 volte per Omicron 1 e di 8,4 volte per Omicron 2. La seconda parte dello studio ha verificato, in 8 persone che si erano ammalate con Omicron 1, se gli anticorpi sviluppati a seguito dell’infezione fossero protettivi contro Omicron 2. I test hanno mostrato una riduzione di capacità neutralizzante degli anticorpi compresa tra il 25 e il 30%, non sufficiente, secondo i ricercatori, a rendere vulnerabili a una reinfezione.
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