Un recente studio ha dato una spiegazione biologica per la formazione e il mantenimento della memoria a lungo termine, incentrata su una molecola chiamata KIBRA. Questa molecola, secondo gli studiosi, agisce come una “colla” nel senso che aderisce alle sinapsi forti e aiuta a mantenere le connessioni necessarie affinché i ricordi durino per anni, addirittura decenni.
È noto da tempo che i neuroni immagazzinano le informazioni nella memoria come uno schema di sinapsi forti e sinapsi deboli, che determina la connettività e la funzione delle reti neurali.
Tuttavia, le molecole nelle sinapsi sono instabili, si muovono continuamente nei neuroni, si consumano e vengono sostituite nel giro di ore o giorni, sollevando così la domanda: come possono, allora, i ricordi essere stabili per anni o decenni?
Ecco che un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science Advances, condotto da un team di ricercatori internazionali, ha scoperto il ruolo di una molecola, KIBRA, che funge da “collante” per altre molecole, consolidando così la formazione della memoria.
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Lo studio
Nello studio gli scienziati si sono concentrati sul ruolo di KIBRA, o proteina espressa dai reni e dal cervello, le cui varianti genetiche umane sono associate sia a una buona sia a una scarsa memoria.
Si sono concentrati sulle interazioni di KIBRA con altre molecole cruciali per la formazione della memoria, in questo caso la proteina chinasi Mzeta (PKMzeta).
Questo enzima è la molecola più importante che si conosca per rafforzare le normali sinapsi dei mammiferi, ma si degrada dopo pochi giorni.
I loro esperimenti rivelano che KIBRA è l’”anello mancante” nelle memorie a lungo termine, che funge da “etichetta sinaptica persistente”, o colla, che si attacca alle sinapsi forti e a PKMzeta evitando anche le sinapsi deboli.
Durante la formazione della memoria, le sinapsi coinvolte nella formazione vengono attivate e KIBRA è posizionato selettivamente in queste sinapsi- PKMzeta si attacca quindi al tag sinaptico KIBRA e mantiene forti quelle sinapsi. Ciò consente alle sinapsi di aderire al KIBRA appena prodotto, attirando più PKMzeta appena prodotto.
Lavori precedenti avevano dimostrato che l’aumento casuale di PKMzeta nel cervello migliora i ricordi deboli o sbiaditi, il che era misterioso perché avrebbe dovuto fare il contrario agendo in posizioni casuali, ma il persistente tagging sinaptico di KIBRA spiega perché il PKMzeta aggiuntivo stava migliorando la memoria, agendo solo nei siti contrassegnati da KIBRA.
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Fonte: Science Advances
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