Uno studio ha individuato che una serie di neuroni già noti per aiutare la memoria possono influenzare i livelli di zucchero nel sangue
Una serie di neuroni che si trovano nell’ippocampo e sono già noti per aiutare la formazione dei ricordi possono anche influenzare i livelli di zucchero nel sangue. La scoperta in un nuovo studio americano.
Secondo la ricerca, condotta da un team della NYU Grossman School of Medicine di New York, un gruppo di neuroni nell’ippocampo può regolare direttamente il metabolismo degli zuccheri.
Più nello specifico, gli scienziati hanno scoperto che un particolare modello di segnalazione nell’ippocampo (regione del cervello), collegato da studi precedenti alla formazione della memoria, influenza anche il metabolismo, il processo mediante il quale i nutrienti del cibo che assumiamo vengono convertiti in zucchero nel sangue (glucosio) e forniti alle cellule come fonte di energia.
Lo studio si è concentrato sulle cellule cerebrali (neuroni) che generano impulsi elettrici per trasmettere messaggi. Negli ultimi anni, le ricerche scientifiche hanno scoperto che i neuroni dell’ippocampo si attivano a cicli di pochi millisecondi l’uno dall’altro, grazie ad un modello di attivazione chiamato “increspature delle onde acute“. Il nome è dovuto alla forma che assume quando viene catturato graficamente dall’EEG, una tecnologia che registra l’attività cerebrale con elettrodi.
La novità è che la ricerca, pubblicata su Nature, ha scoperto che i gruppi di increspature delle onde acute dell’ippocampo sono seguiti, dopo pochi minuti, da diminuzioni dei livelli di zucchero nel sangue. Tale influenza sul metabolismo fa parte di un ciclo, secondo gli scienziati.
Per arrivare ad affermare questo, il team ha utilizzato una tecnologia chiamata optogenetica utile ad indurre artificialmente le increspature, riprogettando le cellule dell’ippocampo per includere canali sensibili alla luce.
Si è notato anche che le increspature delle onde acute si verificano principalmente durante la fase NRem (Non rapid eye movement) o sonno tranquillo. L’impatto dei disturbi del sonno sulle increspature delle onde acute può fornire dunque un collegamento tra il sonno scarso e gli alti livelli di zucchero nel sangue osservati in chi soffre di diabete di tipo 2, affermano gli autori.
I dettagli di quanto scoperto devono ovviamente essere confermati da altri studi, considerando anche che la ricerca è stata fatta su modello animale, ma i risultati suggeriscono che le increspature possono regolare i tempi di rilascio di ormoni, inclusa l’insulina, da parte del pancreas e del fegato, nonché di altri ormoni da parte della ghiandola pituitaria.
Come ha dichiarato l’autore principale dello studio, György Buzsáki, docente presso il Dipartimento di Neuroscienze e Fisiologia della NYU Langone Health:
Il nostro studio è il primo a mostrare come i gruppi di cellule cerebrali attivate nell’ippocampo possono regolare direttamente il metabolismo. Non stiamo dicendo che l’ippocampo sia l’unico attore in questo processo, ma che il cervello può avere voce in capitolo attraverso le increspature delle onde acute.
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Fonte: Nature
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