Una nuova zecca sul Carso: la zecca marginata sempre più frequente nel triestino. Si tratta di un esemplare aggressivo e potenzialmente dannoso per la salute.
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Il monito arriva dal Museo Civico di Storia Naturale di Trieste: la zecca marginata (Hyalomma marginatum) è ormai una presenza stabile nel nord Italia, portando con sé nuovi rischi per la salute pubblica. Questa zecca, nota per la sua aggressività e per la capacità di inseguire le prede, è stata avvistata con una frequenza sempre maggiore, soprattutto sull’altopiano del Carso, in Friuli-Venezia Giulia.
Una presenza (quasi) inedita
Contrariamente ai precedenti avvistamenti, sporadici, questa volta la zecca marginata sembra aver trovato nel nord Italia un habitat favorevole per stabilirsi.
A riguardo, gli esperti del Museo triestino hanno spiegato che l’assenza di gelate invernali sul Carso, fattispecie molto comune negli ultimi anni, ha probabilmente permesso l’insediamento e la proliferazione della zecca marginata: le temperature più miti hanno creato le condizioni ideali per la sopravvivenza e la diffusione di questa specie.
Caratteristiche e comportamento
Con dimensioni che possono raggiungere i due centimetri e dotata di occhi per seguire le sue prede, la zecca marginata rappresenta una minaccia ben diversa rispetto alle zecche più comuni nei boschi. È in grado di spostarsi ed inseguire il suo bersaglio per decine di metri, preparandosi all’attacco non solo grazie alla vista, ma anche attraverso la percezione delle vibrazioni dovute al movimento: si tratta di un essere aggressivo, che punta la preda senza timore.
Rischi per la salute e norme comportamentali
In Europa, la zecca marginata è il principale vettore del virus della febbre emorragica Crimea-Congo e, sebbene la malattia sia rara, la sua gravità, unità ad un’alta letalità, impongono una particolare attenzione. A tal proposito, gli esperti raccomandano l’uso di abbigliamento adeguato, con maniche lunghe e pantaloni, quando si frequentano zone assolate con pietre ed erba bassa, come quelle tipiche della zona del Carso.
In caso di puntura, è fondamentale rimuovere la zecca utilizzando delle pinzette sottili, evitando il contatto diretto a mani nude.
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Fonte: Museo Storia Naturale di Trieste
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