Trovato nelle cellule un “motore” che alimenta tumori e metastasi, lo studio guidato dal nostro Paese che apre a future terapie

C’è un canale nelle nostre cellule che favorisce e alimenta la crescita dei tumori e la diffusione delle metastasi. Il lavoro, guidato dalla nostra Università di Padova, apre a future terapie anti-cancro (ma è ancora molto il lavoro da fare)

Nelle nostre cellule c’è davvero un “motore” che alimenta la crescita dei tumori e la diffusione delle metastasi: la scoperta, frutto di un lavoro guidato dalla nostra Università degli Studi di Padova, può aprire a future terapie (anche se la strada è ancora lunga).

Questo “motore” si trova in uno dei canali del potassio, in particolare quello denominato Kv1.3, coinvolto, tra l’altro, anche in altre patologie. Era noto il suo ruolo anche nel cancro stesso, ma molto meno nella progressione della malattia.

Come spiegano i ricercatori dell’Università degli Studi di Padova, i canali del potassio sono strutture proteiche che consentono il passaggio rapido e selettivo di ioni potassio attraverso la membrana cellulare, grazie anche a una differenza di concentrazione di potassio e di potenziale elettrico sui due lati della membrana stessa, e un malfunzionamento di questi canali è associato a diverse patologie umane.

Per dimostrare la rilevanza del canale Kv1.3 e delle sue interazioni nello sviluppo dei tumori, in particolare, gli scienziati hanno modificato in laboratorio cellule di melanoma (il più pericoloso tra i tumori della pelle) in modo che fossero prive di questo canale.

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E i risultati hanno dimostrato che le cellule così alterate mostravano una crescita ridotta, una capacità di formare tumori quattro volte più piccoli e una diminuzione delle metastasi polmonari rispetto alle cellule originali.

“Abbiamo dimostrato che, abolendo l’espressione di questo canale ionico tramite metodi genetici e modulando la sua rete di interazione proteica, è possibile rallentare significativamente la crescita dei tumori e ridurre la diffusione metastatica di oltre l’80% – spiegano le coordinatrici dello studio Vanessa Checchetto e Ildikò Szabò – […] I risultati aprono la strada alla messa a punto di una possibile terapia basata sull’RNA e sull’applicazione di inibitori specifici del canale Kv1.3”.

La strada è ancora lunga, ma fa nascere una nuova speranza.

La ricerca è stata sostenuta dalla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, dal progetto MUR-PNRR del Centro Nazionale per lo sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA, dal World Wide Cancer Research, dai Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) oltre che dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, ed è stata pubblicata su Science Advances.

Fonti: Università degli Studi di Padova / Science Advances

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