Tornare a camminare autonomamente quando ormai sembrava impossibile: un innovativo impianto spinale sembra aver avverato il sogno di Marc Gauthier, affetto dal morbo di Parkinson in fase avanzata. La ricerca è stata guidata dall’ Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (Svizzera)
Marc Gauthier, affetto dal morbo di Parkinson in forma avanzata, è tornato a camminare in autonomia grazie ad un innovativo impianto spinale. La ricerca, guidata dall’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne – EPFL (Svizzera), apre le porte a dei sogni che si possono avverare.
L’impianto sperimentale fornisce stimolazione elettrica al midollo spinale, migliorando in modo sostanziale la mobilità di un uomo affetto da morbo di Parkinson in stadio avanzato. E gli effetti del trattamento durano ormai da due anni.
La tecnologia consente in particolare all’uomo di camminare in modo fluido e di spostarsi sul terreno senza cadere, cosa che ormai non poteva più fare prima del trattamento: il morbo di Parkinson è infatti una malattia neurodegenerativa che provoca movimenti incontrollabili e difficoltà di coordinazione che peggiorano nel tempo.
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Non esistono terapie per affrontare i gravi problemi di andatura che si verificano in una fase successiva del Parkinson – riferisce Jocelyne Bloch, prima autrice del lavoro – quindi è impressionante vederlo camminare
Non è il primo lavoro in questa direzione: la stimolazione del midollo spinale con impianto chirurgico che fornisce impulsi di elettricità a specifiche regioni del midollo spinale è stata tentata anche in passato, nel tentativo di attivare circuiti neurali disfunzionali. Ed è stato già dimostrato che l’approccio funziona.
Ma i risultati sono spesso modesti, di breve durata o incoerenti. Secondo gli autori, questo accade perché l’impianto è generalmente posizionato sulla colonna vertebrale superiore e media per modulare le informazioni sensoriali dirette al cervello.
In a new study, scientists at EPFL, @CHUVLausanne, @unil, @Inserm & @univbordeaux set out in detail the process of developing a neuroprosthetic that has allowed a 1st patient with Parkinson’s to be treated, enabling him to walk comfortably and confidently.https://t.co/9DpefjeCC5
— EPFL (@EPFL_en) November 7, 2023
Questa neuroprotesi è stata invece impiantata nella parte bassa della schiena, sopra il midollo spinale lombosacrale, e in questo modo la stimolazione attiva la rete di neuroni che corre tra il midollo spinale e i muscoli delle gambe. Il team aveva applicato con successo la strategia a persone con lesioni del midollo spinale e ha ritenuto che potesse essere adattata al morbo di Parkinson.
Per personalizzare la stimolazione, gli scienziati hanno poi prima raccolto dati sui deficit specifici di Marc Gauthier e “disegnato” schemi di deambulazione posizionando sensori sui suoi piedi e sulle sue gambe, configurando solo dopo la stimolazione per compensare eventuali disfunzioni, come deboli estensioni delle ginocchia o problemi nella contrazione dei muscoli dei glutei.
La nostra specialità è capire come stimolare il midollo spinale per essere molto precisi nel modo in cui regoliamo il movimento delle gambe – spiega Grégoire Courtine, che ha sviluppato la tecnica – La novità di questo studio è sfruttare questa comprensione e tecnologia nel Parkinson
Tuttavia l’impianto è stato al momento testato su un unico individuo, quindi non sappiamo se l’approccio funzionerà per altre persone affette dalla malattia, ma è una speranza.
Il prossimo passo sarà, come in tutte le ricerche – uno studio randomizzato e controllato.
Il lavoro è stato pubblicato su Nature Medicine.
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Fonti: EPFL / Nature news / Nature Medicine / NPG Press/Youtube
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