Come vede il mondo una persona affetta da autismo? Non certamente come noi, anzi. La sua è una visione particolare e diversa, nei colori e nelle percezioni, e ciò incide in maniera netta sul modo in cui poi l'autistico interagisce con l'ambiente circostante.
Il mondo percettivo, insomma, di una persona con disturbo dello spettro autistico (ASD) è unico e solo. A partire dall’infanzia, infatti, le persone con autismo osservano e interpretano le immagini e i segnali sociali in modo diverso rispetto agli altri.
A delineare un nuovo quadro di quanto si verifica nel cervello di una persona con autismo ci hanno pensato i ricercatori del Caltech (il Californa Institute of Technology) con una ricerca che potrebbe aiutare i medici a diagnosticare e trattare in modo più efficace le varie forme del disturbo.
In pratica, quando una persona con autismo presenta comportamenti ripetitivi o antisociali, non entra in contatto con gli altri o ha difficoltà a comunicare (tutte caratteristiche del disturbo) potrebbe essere proprio a causa della sua percezione e della sua personale messa a fuoco delle immagini in una data situazione.
“Tra gli altri risultati, il nostro lavoro dimostra che la storia non è così semplice e che le persone con ASD, per esempio, non guardano normalmente in faccia. Loro non guardano la maggior parte delle cose nella maniera più tipica
”, dice Ralph Adolphs, professore di psicologia e neuroscienze.
I ricercatori hanno infatti scoperto che le persone con ASD partecipano di più alle immagini dai bordi semplici piuttosto che i volti delle persone. Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno creato una serie di immagini che ritraggono come una persona con autismo sperimenti il suo ambiente.
Per lo studio, il team di ricerca ha mostrato 700 immagini a 20 persone con autismo e a 19 soggetti di controllo, senza ASD, mentre un dispositivo di “eye-tracking” registrava il loro grado di attenzione su oggetti differenti all’interno delle immagini.
Per ogni coppia di immagini, l’immagine in alto mostra come viene percepita da un individuo con autismo, mentre la parte inferiore mostra come viene percepita dal soggetto di controllo.
In questa serie di immagini, si noti come la persona con autismo è più focalizzato sulla parte posteriore della testa dell’arbitro, piuttosto che sulla faccia del giocatore.
In queste immagini, la persona con autismo presta più attenzione all’albero e al cielo, piuttosto che sull’elefante e sul suo figlioletto che sono in primo piano.
Mentre in queste immagini, la persona con autismo non presta attenzione alla traiettoria del calcio nello stesso modo in cui invece ha fatto il soggetto di controllo.
In pratica, quello che pare è che le persone con autismo sono meno attratte dai volti e da altri oggetti “significativi”, una tendenza che può portare a disagi in situazioni sociali dal momento che non sanno in buona sostanza dove dirigere la loro attenzione.
I risultati potrebbero in futuro contribuire a individuare i sottotipi clinici del disturbo autistico, il che consentirebbe di diagnosticare meglio i singoli casi.
L’autismo è molte cose. Il nostro studio è un primo passo nel tentativo di scoprire quali tipi di diversi autismi ci sono in realtà. Una volta identificati i sottotipi, possiamo cominciare a valutare i diversi tipi di trattamento per ogni sottotipo
In futuro per le persone autistiche ci saranno trattamenti su misura? Probabile. Tutto sta a non lasciarle sole e comprenderle il meglio possibile.
LEGGI anche: