Miele contro batteri: quello di manuka sconfigge i super batteri farmaco resistenti

Secondo uno studio batteri e alcuni super batteri sono incapaci di resistere alle proprietà medicinali del miele.

Meraviglioso miele. Anche i super batteri antibiotico-resistenti si possono sconfiggere con il prezioso nettare. È la conferma che arriva da alcuni ricercatori australiani secondo cui batteri e alcuni super batteri sono incapaci di resistere alle proprietà medicinali del miele.

Uno studio dell’University of Technology di Sydney, guidato dalla microbiologa Nural Cokcetin, infatti, con alcuni test condotti su vari tipi di miele ha individuato il fattore protettivo della sostanza in grado di bloccare proprio la farmaco-resistenza.

Partendo dalla tesi secondo cui sono ancora molti i microorganismi pericolosi che non sarebbero ancora riusciti a sviluppare una resistenza contro le proprietà medicinali del miele, sostanza dalle mille caratteristiche e benefici, gli studiosi hanno analizzato diverse varietà di miele con antibiotici e batteri.

Quel che è emerso è che in presenza della sostanza e in condizioni in cui si sarebbe sviluppata rapidamente la cosiddetta “antibiotico-resistenza”, questa, di contro, non si è verificata.

Il miele è stato utilizzato terapeuticamente da molte culture per millenni e si è rivelato utile come trattamento per le infezioni delle ferite e della pelle, soprattutto grazie alla sua attività antimicrobica“, hanno detto gli autori dello studio.

In particolare è il miele prodotto da Leptospermum scoparium (più noto come manuka) che presenta un’attività antimicrobica ad ampio spettro contro una vasta gamma di patogeni batterici e di lievito ed è altrettanto efficace contro i batteri resistenti a più farmaci.

L’Australia ha più di 80 specie di Leptospermum e la ricerca limitata fino ad oggi ha trovato almeno alcuni prodotti di miele con un’elevata attività antibatterica non perossida (NPA) simile al Manuka della Nuova Zelanda“, spiegano i ricercatori. “E l’attività del miele di manuka è in gran parte dovuta alla presenza di metilglyoxal, prodotto non enzimatico da dihydroxyacetone presente nel nettare di manuka“.

L’obiettivo dello studio è stato allora quello di quantificare chimicamente i composti che contribuiscono all’attività antibatterica in una raccolta di miele australiano Leptospermum, per valutare la relazione tra metilglyoxal e NPA in questi campioni e per determinare se la NPA cambia durante lo stoccaggio di miele. Gli scienziati hanno esaminato 80 campioni di miele provenienti da alberi di manuka fioriti del New South Wales e Queensland e hanno scoperto che il methylglyoxal è presente nelle varietà australiane.

Lo studio fornisce la prova di ciò che abbiamo da tempo presupposto e cioè che il metilglyoxal è a livelli elevati nei mieli australiani di manuka, ha dichiarato l’autore principale dello studio Dr Nural Cokcetin, dell’Università di Tecnologia di Sydney . “Abbiamo anche dimostrato che l’attività dei mieli australiani manuka è rimasta invariata nel corso di sette anni dalla raccolta, che ha enormi implicazioni per estendere la durata di vita dei prodotti medicinali di miele“.

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Quel che rende particolarmente speciale il miele di manuka, insomma, è il livello eccezionalmente elevato di attività antibatterica stabile che nasce da un composto naturalmente presente nel nettare dei fiori manuka. In più, il miele non solo uccide i batteri in contatto, secondo questo studio, i batteri non diventano resistenti al miele.

Germana Carillo

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