Microplastiche: e se fossero i probiotici la chiave per neutralizzarle dal nostro stomaco?

Diverse ricerche hanno sottolineato la presenza di una relazione tra disturbi intestinali e microplastiche. Secondo i ricercatori, però, l'assunzione di cibi fermentati, come yogurt o kimchi, possono contribuire ad aumentare il numero di batteri buoni nell'intestino.

È incoraggiante che un insieme di ricerche ora suggerisca che abbiamo almeno una linea di difesa, economica e accessibile, contro i danni associati alla plastica nel nostro sistema digestivo: i probiotici.

Esistono già prove che questi batteri, presenti negli alimenti fermentati come yogurt, crauti e kimchi, supportano il nostro sistema immunitario e offrono benefici che possono alleviare problemi gastrointestinali, infiammazioni e allergie. 

Ora, sembra che potrebbero aiutarci a combattere alcuni effetti di queste particelle petrolchimiche pervasive.

In che modo le microplastiche influiscono sul nostro stomaco?

Numerosi studi hanno dimostrato che le nanoplastiche possono entrare nel nostro sangue e nei nostri organi, e attraversare la barriera mucosa nei nostri tratti gastrointestinali.

Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per determinare la relazione tra plastica e disturbi gastrointestinali, i risultati preliminari suggeriscono che l’ingestione di plastica è molto dannosa.

Uno studio della Tufts University pubblicato lo scorso giugno ha scoperto che alte concentrazioni di particelle di polistirene hanno innescato in modo significativo la secrezione di proteine ​​infiammatorie, chiamate citochine. Le citochine sono collegate alle malattie infiammatorie intestinali (IBD), tra cui il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, che sono aumentate a livello globale da 3,7 milioni di casi nel 1990 a oltre 6,8 milioni nel 2017.

Un nesso causale non è ancora chiaro, perché anche fattori come una dieta ricca di alimenti ultra-processati, il fumo e l’esposizione all’inquinamento atmosferico sono collegati alle IBD. Ma i ricercatori credono sempre più che anche le microplastiche, che sono piene di varie sostanze chimiche dannose tra cui additivi come il bisfenolo A (BPA), ritardanti di fiamma e ftalati, svolgano un ruolo.

Un altro studio del gennaio 2023 pubblicato sul Journal of Hazardous Materials, ha aggiunto le microplastiche a un bioma intestinale modellato e ha osservato che i batteri benefici diminuivano, mentre due ceppi di batteri associati alla malattia aumentavano. Uno studio cinese del 2021 ha stabilito che le persone con malattie infiammatorie intestinali hanno il 50% in più di microplastiche nelle feci rispetto a quelle con uno stomaco sano.

Quando i microbi intestinali si nutrono o aderiscono alle microplastiche nello stomaco, possono alterare la loro composizione chimica, influenzando la diversità batterica e causando altri effetti negativi, inclusi cambiamenti nei profili metabolici intestinali e infiammazione. In casi più estremi, hanno affermato che potrebbe contribuire a una condizione chiamata “disbiosi”, in cui i batteri cattivi superano quelli buoni nello stomaco. La disbiosi può aumentare la probabilità di sviluppare altre condizioni gravi, tra cui il diabete, il morbo di Crohn e il cancro del colon-retto.

Come interagiscono probiotici e microplastiche?

Sfortunatamente, i probiotici non possono magicamente strappare le particelle di plastica dal nostro corpo. Tuttavia, alcune ricerche suggeriscono che i microbi buoni potrebbero aiutare a migliorare parte della tossicità e dell’infiammazione che la plastica promuove nel nostro sistema gastrointestinale.

Un team di ricercatori iraniani ha pubblicato uno studio di revisione esplorando come i probiotici potrebbero proteggere dagli effetti negativi della plastica sulla flora intestinale. I microrganismi probiotici possono interagire con le particelle di polistirene per modificare i loro effetti tossici su diversi tessuti.

I probiotici possono influenzare le microplastiche prima dell’ingestione?

Alcuni probiotici non solo potrebbero aiutare il nostro intestino, ma potrebbero aiutare a ridurre gli additivi chimici che fuoriescono dalle confezioni di alimenti e bevande prima ancora che raggiungano il nostro corpo.

Esistono ricerche promettenti sull’interazione tra probiotici e BPA nei contenitori alimentari. Il BPA, così come altri bisfenoli nocivi talvolta utilizzati al suo posto, si trova comunemente nelle lattine e nelle bottiglie di plastica dura in policarbonato utilizzate per contenere cibi e bevande. È noto che questi additivi fuoriescono dai contenitori e finiscono nei prodotti di consumo che ingeriamo.

Uno studio cinese del 2019 ha scoperto che quando una preparazione del probiotico lactobacillus reuteri veniva aggiunta a succhi e tè confezionati in lattine contenenti BPA, il probiotico riduceva la concentrazione della sostanza chimica nelle bevande di almeno il 90% in un giorno.

La scienza dietro gli effetti della plastica sul nostro corpo e i benefici che i probiotici possono offrire è ancora preliminare. Eppure i ricercatori stanno trovando supporto alla teoria secondo cui i ceppi comuni di probiotici, in particolare i batteri lattici come quelli presenti nello yogurt, nel pane a lievitazione naturale e nei sottaceti, potrebbero aiutare a contrastare gli effetti delle sostanze chimiche che le microplastiche trasportano nei nostri corpi quando ingerite.

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