I danni includono la morte delle cellule e si verificano a seguito dell’ingestione delle microplastiche nel cibo
Per la prima volta, un nuovo studio quantifica i livelli di microplastiche che causano danni collaterali, che includono la morte delle cellule e si verificano a seguito dell’ingestione attraverso il cibo
Secondo un nuovo studio, le microplastiche che ingeriamo attraverso il cibo provocano danni alle cellule del nostro organismo: questi danni includono la morte delle cellule e vari tipi di reazioni allergiche. Ciò che ancora non è chiaro agli studiosi è quanto a lungo le particelle restano nel corpo prima di essere espulse e, conseguentemente, qual è l’entità dei danni che possono provocare.
L’inquinamento da microplastiche ha ormai contaminato tutto il Pianeta: non c’è angolo del globo che non sia invaso da queste minuscole particelle di materiale plastico – dalle profondità degli oceani ai ghiacci dell’Artico. Hanno invaso la catena alimentare, finendo nello stomaco di pesci e altri animali prima che nel nostro, quindi sappiamo già che la nostra dieta, purtroppo, ne è ricca. Ma finora non si erano analizzati a fondo gli effetti tossicologici delle microplastiche sulle cellule dell’organismo umano. Questo lavoro, infatti, è il primo che quantifica le soglie degli effetti delle microplastiche sulle cellule umane e, in particolare, l’influenza che queste particelle hanno sul rilascio di citochine – molecole proteiche che stimolano specifiche attività delle cellule quali crescita, differenziazione e morte.
(Leggi anche: Microplastiche ovunque: l’appello della Fondazione Umberto Veronesi per uscire dal Plasticene)
Gli scienziati hanno comparato i livelli di microplastiche con cui queste particelle sono in grado di provocare danni con i livelli assunti dalle persone attraverso pesci contaminati, acqua potabile e sale. dall’osservazione è emerso che specifici tipi di danneggiamento cellulare – morte delle cellule, risposte allergiche, danni alle pareti cellulari – erano causati dai livelli di microplastiche presenti nel cibo e ingeriti attraverso di questo. Gli effetti dannosi sulle cellule provocati dalle particelle di microplastica sono in molti casi il primo step verso problemi di salute più gravi, e attualmente non c’è modo per proteggerci da questa “invasione”.
Le ricerche sugli effetti negativi delle microplastiche per la salute umana stanno procedendo in maniera veloce, poiché la nostra esposizione quotidiana a queste particelle cresce a livelli rapidissimi: mangiamo, beviamo ed inaliamo microplastiche praticamente ogni giorno, senza neppure rendercene conto – e non sappiamo ancora come questo potrà avere effetti sulla nostra salute.
Lo scorso anno, uno studio aveva dimostrato la presenza di microplastiche già nella placenta di bambini non ancora nati – fenomeno verso il quale i ricercatori avevano espresso grande preoccupazione, mentre con un’altra ricerca gli scienziati avevano attestato la presenza di queste particelle anche nel latte in bottiglia destinato al consumo da parte dei neonati, che ne ingerirebbero quindi anche milioni al giorno.
Successivi studi potrebbero rendere fruibile una strategia per individuare i cibi maggiormente contaminati, in modo da evitarli – anche se la soluzione più efficace resta quella di abolire il consumo di plastica: infatti, una volta che questo materiale viene gettato nell’ambiente, è praticamente impossibile liberarsene.
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Fonti: The Guardian / Journal of Hazardous Materials
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