Una recente ricerca ha individuato come rivelare la presenza di un'infezione tramite un'innovativa medicazione in nanocellulosa, in grado di reagire cambiando colore alla presenza di batteri
La pelle è uno degli organi più grandi del corpo umano, ed è molto spesso la prima a essere colpita dopo una lesione che, a sua volta, può causare delle infezioni.
I ricercatori dell’Università di Linköping in Svezia hanno progettato un bendaggio intelligente, in grado di rilevare i primi segni di un’infezione.
Come regola generale, una medicazione deve essere cambiata ogni due giorni. Ma questo procedimento così ricorrente può essere un vero calvario.
Per rimediare e trovare una soluzione più innovativa, gli scienziati di tre università svedesi, tra cui Örebro e Luleå, hanno creato una medicazione in nanocellulosa, ossia una struttura 10.000 volte più piccola di un capello umano.
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Lo studio
Pubblicato sulla rivista Materials Today Bio, questa innovazione consentirebbe in particolare di rivelare i primi segni di infezione senza interferire con il processo di guarigione.
La medicazione, infatti, sarebbe in grado di far passare i liquidi disinfettanti impedendo a batteri e microbi di penetrare nelle ferite.
A seconda dell’entità delle lesioni, cambierà colore, il che indicherà se deve essere rimossa o meno.
Le ferite non infette hanno un valore di pH di circa 5,5. Quando si verifica un’infezione, la ferita diventa sempre più basica e può raggiungere un pH pari a 8 o anche superiore. Questo perché i batteri nella ferita cambiano l’ambiente circostante per adattarsi al loro ambiente di crescita ottimale.
Un valore di pH elevato nella ferita può essere rilevato molto prima dello sviluppo di sintomi come pus, dolore o arrossamento
Per fare in modo che la medicazione mostrasse l’elevato valore di pH, i ricercatori hanno utilizzato il blu di bromotimolo, BTB, un colorante che cambia colore da giallo a blu quando il valore di pH supera 7.
Affinché BTB possa essere utilizzato nella medicazione senza essere compromesso, è stato caricato su un materiale di silice con pori di dimensioni di pochi nanometri.
Il materiale di silice potrebbe, quindi, essere combinato con il materiale della medicazione senza compromettere la nanocellulosa. Il risultato è una medicazione per ferite che diventa blu quando c’è un’infezione.
Le infezioni delle ferite sono spesso trattate con antibiotici, ma se l’infezione viene rilevata in una fase precoce può essere sufficiente il trattamento locale.
Questo è il motivo per cui Daniel Aili e i suoi colleghi dell’Università di Örebro stanno sviluppando al tempo stesso sostanze antimicrobiche, basate sui cosiddetti lipopeptidi, in grado di uccidere tutti i tipi di batteri.
L’uso di antibiotici rende le infezioni sempre più problematiche, poiché i batteri multiresistenti stanno diventando più comuni. Se riusciamo a combinare la sostanza antimicrobica con la medicazione, riduciamo al minimo il rischio di infezione e riduciamo l’uso eccessivo di antibiotici.
Per il momento, questa medicazione innovativa è ovviamente solo un prototipo che richiede altri cinque-dieci anni di ricerca prima di essere potenzialmente offerta al grande pubblico.
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Fonte: LinkOping University
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