Mascherine in tessuto fai-da-te: lo studio che rivela quali materiali proteggono di più

Mascherine: il numero di strati di tessuto utilizzati possono influire in modo significativo sul rischio di esposizione al virus.

Indossare una maschera facciale può proteggere sé stessi e gli altri dal Covid-19, ma il tipo di materiale e il numero di strati di tessuto utilizzati possono influire in modo significativo sul rischio di esposizione al virus.

Uno studio del Georgia Institute of Technology e pubblicato su Aerosol Science and Technology ha misurato di fatto l’efficienza di filtrazione delle cosiddette particelle submicroniche che passano attraverso una varietà di materiali diversi.

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Una particella submicronica può rimanere nell’aria per ore e giorni, a seconda della ventilazione, quindi se si dispone di una stanza non ventilata o scarsamente ventilata, queste piccole particelle possono rimanere lì per un periodo di tempo molto lungo, ha affermato Nga Lee, professore associato alla School of Chemical and Biomolecular Engineering

Lo studio è stato condotto durante la primavera del 2020, quando la pandemia praticamente impose un lockdown totale. Le comunità hanno dovuto affrontare una grave carenza di dispositivi di protezione individuale, spingendo molte persone a realizzare le proprie maschere in casa.

Lo studio

I ricercatori hanno messo sotto la lente di ingrandimento 33 diversi materiali commercialmente accessibili, inclusi tessuti a strato singolo come cotone e poliestere, così come anche tessuti misti, materiali non tessuti e materiali a base di cellulosa utilizzati negli ospedali e filtranti. Gli scienziati hanno individuato materiali disponibili in commercio che forniscono livelli accettabili di rigetto di particelle submicroniche, pur mantenendo una resistenza al flusso d’aria simile a una mascherina chirurgica. Questi tipi combinano la densità delle fibre del tessuto, una struttura labirintica e la chimica della superficie delle fibre stesse.

I materiali più performanti per le mascherine fatte in casa erano i tendaggi oscuranti e l’involucro di sterilizzazione impiegato per l’imballaggio degli strumenti chirurgici. Dall’indagine è emerso che dovrebbe essere evitato l’uso di filtri come HEPA/MERV e di sacchetti sottovuoto, a meno che non siano certificati come privi di fibra di vetro.

Altri materiali non sicuri sarebbero, secondo lo studio:

  • tessuto in ovatta
  • feltro o pile
  • materiale a maglia larga

Inoltre, secondo la ricerca, i campioni a due e a tre strati mostrano un’efficienza di filtrazione e dunque di protezione da contagi di circa il 50%, in più le mascherine adattate e multistrato respingono l’84% delle particelle espulse da un soggetto quando questo le indossa. Due individui provvisti di questo tipo di mascherina riducono la trasmissione di particelle del 96%.

Fonte: Aerosol Science and Technology / Georgia Tech

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