Questi sono i segnali con cui la pelle ci dice che sta soffrendo a causa dello smog

Possono il clima torrido, gli incendi, i picchi di inquinamento, avere effetti anche sulla nostra pelle? Gli studi.

Possono il clima torrido, gli incendi, i picchi di inquinamento, avere effetti anche sulla nostra pelle? Può la crisi climatica provocarci danni anche a livello epidermico? Sembra proprio di sì e a tentare di dare una risposta certa sono stati negli anni diversi studi. La conclusione è sempre quella: l’inquinamento atmosferico colpisce anche la prima linea di difesa del nostro corpo: la nostra pelle. E allora quali sono le condizioni comuni della pelle legate all’inquinamento atmosferico?

Quando parliamo degli impatti sulla salute di smog ed eventi catastrofici tendiamo a concentrarci sui rischi per i nostri organi interni e il nostro sistema respiratorio. Ma oltre ai danni noti come morti premature, picchi di disturbi respiratori e tumori, si comincia a pensare quanto l’inquinamento atmosferico incida anche sulle malattie della pelle.

Il motivo è un dato oramai assodato: aumentano i casi di dermatite atopica, prurito, psoriasi e acne. E non solo: le estati torride hanno accentuato la sensibilità della pelle esposta com’è ai raggi ultravioletti.

Nelle metropoli cinesi ad altissimi livelli di smog compaiono molti casi di una nuova forma di acne post-adolescenziale correlati con le giornate più inquinate secondo quanto denunciato dagli studiosi della Army Medical University che lo hanno osservato in oltre 27 mila ragazzi più esposti a polveri sottili, biossido di azoto e anidride solforosa. I dati sono stati pubblicati sul Clinical, Cosmetic and Investigational Dermatology.

Ecco quattro condizioni comuni della pelle legate all’inquinamento atmosferico:

Invecchiamento precoce della pelle

Da anni ormai sappiamo che una eccessiva esposizione ai raggi UV può causare danni permanenti alla pelle. Negli ultimi decenni, è diventato sempre più chiaro che l’inquinamento atmosferico è anche responsabile dell’invecchiamento precoce della pelle.

Già nel 2010, una ricerca aveva rivelato che un aumento del particolato (PM) dovuto allo smog legato al traffico era associato a un aumento del 20% delle macchie di pigmento sulla fronte e sulle guance. Nelle aree meno trafficate, i ricercatori hanno scoperto che livelli moderati di particolato “di fondo” (non correlato al traffico) stavano accelerando l’invecchiamento della pelle in modi simili.

Nel 2017 è stato condotto uno studio di follow-up per esaminare gli effetti dell’esposizione all’inquinamento da particelle fini (PM2,5) indoor sull’invecchiamento della pelle. I risultati? Livelli più elevati di PM2,5 indoor (associati a fattori come la cottura con combustibili solidi e una ventilazione interna inadeguata) sono stati collegati a un aumento delle macchie di pigmento e delle rughe.

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Dermatite atopica

La dermatite atopica è una condizione cronica della pelle che provoca chiazze rosse e pruriginose sulla pelle che possono periodicamente riacutizzarsi in risposta a fattori scatenanti ambientali. Sebbene il principale fattore di rischio per lo sviluppo dell’eczema sia genetico (cioè se hai una storia familiare di allergie e condizioni della pelle), la ricerca mostra che fattori ambientali come l’inquinamento atmosferico, l’umidità e la temperatura svolgono un ruolo significativo nell’innescare e aggravare i sintomi.

A parte la storia familiare, l’esposizione a specifici inquinanti interni come sostanze chimiche disperse nell’aria e PM2,5 può anche aumentare il rischio di sviluppare eczema in giovane età, attraverso le cosiddette “interazioni gene-ambiente”.

Uno studio del 2011 condotto su alcuni bambini della scuola primaria a Seoul, in Corea, ha scoperto che i tassi di eczema erano significativamente più alti per i bambini che avevano una storia familiare di malattie allergiche e si erano trasferiti in una casa di nuova costruzione nel loro primo anno di vita. Poiché le sostanze chimiche nocive sono emesse da molti materiali da costruzione comuni, vernice fresca e mobili, le nuove case tendono ad avere livelli più elevati di inquinamento chimico interno. Inoltre, le case più nuove sono più ermetiche (per migliorare l’efficienza energetica), il che può far sì che l’inquinamento atmosferico raggiunga concentrazioni più elevate rispetto all’esterno. Per questi motivi, il trasferimento in una nuova casa era considerato un fattore scatenante ambientale per il gene dell’eczema.

Attenzione: anche se vive in ​​una casa più vecchia, si potrebbe comunque essere comunque vulnerabili ai sintomi legati alla qualità dell’aria. Oltre ai materiali da costruzione, le attività domestiche di routine come cucinare e pulire possono aumentare i livelli di inquinamento atmosferico e innescare riacutizzazioni di eczema.

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Orticaria

L’orticaria è una reazione cutanea spontanea che si verifica in risposta a specifici allergeni. La maggior parte delle persone sperimenta l’orticaria almeno una volta nella vita, causata da alimenti specifici, farmaci, punture di insetti, luce solare, peli di animali domestici o altri fattori scatenanti ambientali.

In alcuni casi, è facile identificare a cosa sta reagendo il nostro corpo. Ad esempio, se ci si trova ad accarezzare il gatto di un vicino può capitare che appaia l’orticaria sulla mano subito dopo. Altre volte, può essere difficile discernere una causa diretta, ma si potrebbe scoprire che le reazioni si verificano più frequentemente mentre si è in casa.

Su quest’ultimo scenario, è possibile che l’inquinamento atmosferico (interno o esterno) sia la causa del disagio. Per alcune persone, un aumento degli inquinanti atmosferici come PM2,5, COV, ozono (O3) e biossido di azoto (NO2) può innescare un’orticaria. Uno studio condotto a Windsor, in Canada, ha rilevato che le visite al pronto soccorso per l’orticaria sono aumentate in relazione ai picchi a breve termine dell’inquinamento atmosferico. Proprio come l’eczema, un altro studio ha rilevato un’associazione tra casi cronici di orticaria nei bambini e il vivere in una nuova casa.

Irritazioni, sfoghi e infiammazioni

Anche se non si soffre di una specifica e accertata malattia della pelle, gli inquinanti atmosferici possono in ogni caso provocare un aggravamento della salute della pelle di tutti i giorni. Proprio come le particelle grandi di polvere e di sporco si accumulano sulla nostra pelle, così fanno le particelle fini invisibili a occhio nudo. Un vero e proprio accumulo microscopico e giornaliero di inquinamento che può innescare eruzioni cutanee simili all’acne e disturbare la flora naturale della nostra pelle (il microbioma dei batteri che esiste sullo strato più esterno della nostra pelle).

Molti dei batteri, come lo Staphylococcus epidermidis, agiscono come antinfiammatori e aiutano a difendersi da potenziali agenti patogeni, ma quando interviene l’inquinamento atmosferico a sconvolgere l’equilibrio naturale di questo ecosistema, la capacità della nostra pelle di combattere secchezza, umidità, luce solare, radiazioni UV, agenti patogeni e allergeni si può significativamente abbassare.

Cosa fare allora? Iniziamo con il curare la qualità dell’aria negli ambienti domestici e in ufficio, così come non tralasciamo di evitare per quanto possibile di sostare all’aria aperta per periodi troppo lunghi in ambienti urbani inquinati. Ricordiamoci poi di lavarci con detergenti non aggressivi e prediligendo indumenti in fibre naturali come il cotone.

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