Tumori: nel luppolo della birra l’arma che aiuterà a contrastare il cancro?

Secondo un nuovo studio italiano a birra ha in sé una molecola in grado di “affamare” il tumore al punto da contrastarne la diffusione.

Birra contro i tumori? A patto che se ne beva poca e con responsabilità, la scienza avrebbe già confermato parecchie volte i suoi benefici. E ora è stato dimostrato che questa bevanda potrebbe contenere anche alcune sostanze utili per contrastare il cancro. Tutto merito del luppolo.

Secondo gli studiosi del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, infatti, la birra ha in sé una molecola in grado di “affamare” il tumore al punto da contrastarne la diffusione.

I ricercatori, guidati da Armando Rossello, si sono basati sulle proprietà antiangiogeniche di un fitocomposto, il cosiddetto Xantumolo (XN), un flavonoide che si trova in discrete quantità proprio nel luppolo e nella birra e ha notevoli proprietà benefiche.

La ricerca è stata svolta in collaborazione con il gruppo della dottoressa Adriana Albini, direttrice del laboratorio di Biologia vascolare e angiogenesi di MultiMedica e direttore scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus, e del professor Douglas Noonan, dell’Università dell’Insubria di Varese. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale “European Journal of Medicinal Chemistry”.

Lo studio

Due dei nuovi derivati dello Xantumolo brevettati sono in grado di esercitare un’attività anti-angiogenica ancora maggiore rispetto al principio naturale base dello XN.

Da questa ipotesi, lo studio è arrivato a dimostrare che i nuovi Xantumoli sono in grado di ridurre l’angiogenesi dell’80% in test sperimentali e sono efficaci nell’interferire con le funzioni chiave della cellula endoteliale, che è la struttura di base cellulare che costituisce i vasi sanguigni tumorali.

“Questa ricerca – spiega il professor Rossello – ha avuto l’obiettivo di progettare e sviluppare modificazioni strutturali della molecola dello xantumolo per migliorarne le proprietà anti angiogeniche mantenendo la sua bassa tossicità”.

“Il passo successivo – ha aggiunto la dottoressa Albini – sarà quello di testare i più attivi derivati brevettati del luppolo in modelli cellulari complessi e individuare i principali interruttori molecolari coinvolti nel loro effetto anti-angiogenico e anti-tumorale come possibili bersagli da colpire, sia in approcci terapeutici sia di prevenzione”.

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Si tratta di risultati che chiaramente aprono la strada a uno sviluppo futuro su più ampia scala di analoghi sintetici dello Xantumolo, ma è ancora tutto da sperimentare. Intanto, perché non ricordarsi di tutte le regole fondamentali per prevenire un tumore?

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