L’Italia è quel Paese in cui il centro all’avanguardia della scienziata premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini ha rischiato di chiudere

Nella Legge di Bilancio non erano previsti fondi per la Fondazione EBRI, mettendo a rischio l’eredità di Rita Levi Montalcini. Poi il salvataggio in calcio d’angolo: un impegno di finanziamento dal Ministero per l’Università e la Ricerca

Erano solo poche settimane fa quando il centro di ricerca EBRI sul cervello, fondato dalla Nobel Rita Levi Montalcini, annunciò in un comunicato la necessità di chiudere i battenti perché, per la prima volta dopo più di 10 anni, il contributo per i costi strutturali – che la Fondazione riceve sin dal 2012 –  non era stato rinnovato.

Fondato nel 2002, l’EBRI (European Brain Research Institute) è un centro di ricerca internazionale non-profit dedicato alle ricerche sul cervello, che ha l’obiettivo di individuare nuove cure per le malattie neurodegenerative e per i più gravi problemi del sistema nervoso. Un punto di eccellenza tutto italiano, insomma, che vide gli albori grazie all’unica donna italiana premio Nobel per la medicina (la “sua” molecola potrebbe ancora oggi portare a sviluppare farmaci rivoluzionari), e di cui il nostro Paese avrebbe potuto sin dall’inizio farsene un vanto.

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E invece nulla. A dicembre il rischio concreto di chiudere definitivamente l’EBRI (e far migrare altrove le sue menti eccellenti…).

È una decisione grave, della quale il Governo deve assumersi la responsabilità – scriveva Antonino Cattaneo, Presidente della Fondazione EBRI. È una decisione che vanifica i significativi risultati di livello internazionale ottenuti dai ricercatori dell’EBRI, che aumentano le nostre conoscenze sul cervello e sui meccanismi di molte malattie neurologiche e dei disturbi dello spettro autistico.

I risultati raggiunti dall’EBRI sono di fatto alla base di terapie innovative per gravi malattie del cervello e dell’occhio che oggi non hanno cure adeguate, tra le quali malattia di Alzheimer e altre gravi malattie neurodegenerative, sclerosi multipla, epilessia, malattie neuropsichiatriche, glaucoma e neuropatie ottiche.

Il mancato rinnovo del contributo all’EBRI aveva a conti fatti profilato l’impossibilità di proseguire le ricerche e di sostenere i costi strutturali e la manutenzione dei laboratori e delle sofisticate apparecchiature.

Questo segnale di sordità e di assoluta indifferenza delle Istituzioni verso un piccolo gioiello della ricerca italiana mi dà profonda amarezza e tristezza e metterebbe chiunque di fronte alla gravissima decisione di interrompere il sogno di Rita Levi Montalcini di avere in Italia un centro di ricerca sul cervello di livello internazionale – diceva ancora Cattaneo, non potendo contare sull’apporto delle Istituzioni.

La nuova decisione del Ministero

Oggi qualcosa è cambiato: l’EBRI riceve un impegno di finanziamento dal Mur, Ministero per l’Università e la Ricerca.

Per il 2024 il finanziamento dell’Ebri sarà coperto con risorse del ministero per l’Università e la Ricerca; per il futuro, c’è l’impegno del ministro Anna Maria Bernini a trovare una soluzione, nella prospettiva di un finanziamento strutturale.

Lo ha resto noto lo stesso EBRI dopo l’incontro tra i suoi rappresentanti e il capo di Gabinetto del ministro Marcella Panucci.

Colpo di scena, quindi: in tempi rapidi si è trovata una soluzione per il 2024. Per quest’anno allarme rientrato, ma tra qualche mese – con la nuova Legge di Bilancio – le istituzioni avranno la stessa lungimiranza?

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