Dopo la FDA americana, anche la "nostra" Aifa, in una nota, invita i medici a limitare l'uso di antibiotici fluorochinoloni a quei casi in cui non vi siano altre alternative meno rischiose dal punto di vista dei possibili effetti collaterali
Torniamo a parlare di antibiotici, dopo che l’Aifa ha inviato una nota ai medici che riguarda una classe di questi farmaci. Si tratta dei fluorochinoloni, già segnalati recentemente dalla FDA statunitense.
In un precedente articolo, vi avevamo spiegato che la FDA metteva in guardia contro l’uso di tale classe di antibiotici, in particolare nei soggetti a rischio, consigliando di prescriverli solo nei casi in cui non erano disponibili alternative più sicure. Leggi anche: Questi antibiotici sono collegati a gravi problemi cardiaci e andrebbero utilizzati solo se non ci sono alternative
Ora un’avvertenza simile è stata fatta anche ai medici italiani dall’Aifa. Il richiamo alle limitazioni d’uso riguarda i seguenti antibiotici fluorochinolonici ad uso sistemico ed inalatorio:
- ciprofloxacina
- delafloxacina
- levofloxacina
- lomefloxacina
- moxifloxacina
- norfloxacina
- ofloxacina
- pefloxacina
- prulifloxacina
- rufloxacina
Nella nota dell’Aifa si legge:
I fluorochinoloni ad uso sistemico ed inalatorio sono associati a reazioni avverse molto rare ma gravi, invalidanti, di lunga durata e potenzialmente irreversibili. Questi medicinali devono quindi, essere prescritti solo nelle indicazioni approvate e dopo un’attenta valutazione dei benefici e dei rischi sul singolo paziente.
In sostanza, dunque, bisogna limitare le prescrizioni di questi farmaci ai casi davvero necessari e valutando prima bene la storia clinica del paziente.
I casi in cui i fluorochinoloni non vanno prescritti
L’Aifa ricorda quando questi antibiotici non vanno prescritti:
- per i pazienti che hanno avuto reazioni avverse gravi con un antibiotico chinolonico o fluorochinolonico
- per le infezioni non gravi o autolimitanti (ad esempio faringiti, tonsilliti e bronchiti acute)
- per le infezioni da lievi a moderate (comprese cistite non complicata, esacerbazione acuta dibronchite cronica e broncopneumopatia cronica ostruttiva, rinosinusite batterica acuta e otite media acuta). Consentiti solo se le altre classi di antibiotici non sono raccomandate
- per le infezioni non batteriche come la prostatite non batterica cronica
- per prevenire la diarrea del viaggiatore o le infezioni ricorrenti del tratto urinario inferiore
La nota si è resa necessaria in quanto, come scrive l’Aifa:
In base a dati relativi a studi recenti, i fluorochinoloni continuano a essere prescritti al di fuori degli usi raccomandati.
I rischi dei fluorochinoloni
Le preoccupazioni che riguardano questa classe di antibiotici controversa, partono in realtà dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) che ha fortemente raccomandato di limitare l’uso dei fluorochinoloni ad uso sistemico ed inalatorio, dopo una revisione condotta a livello Europeo nel 2018.
Questa valutava il rischio di gravi reazioni avverse e di lunga durata, invalidanti e potenzialmente irreversibili, a carico principalmente del sistema muscoloscheletrico e nervoso.
Già dal 2019, dunque, l’uso di fluorochinoloni è stato limitato, proprio per evitare una serie di sia pur rare ma possibili complicanze quali:
- tendinite
- rottura del tendine
- artralgia,
- dolore alle estremità
- disturbi della deambulazione
- neuropatie associate a parestesia
- depressione
- stanchezza
- compromissione della memoria
- allucinazioni
- psicosi
- disturbi del sonno
- disturbi dell’udito, della vista, del gusto e dell’olfatto
- danni ai tendini (soprattutto al tendine di Achille)
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Fonte: AIFA
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