Luci a LED pericolose soprattutto per bambini e biodiversità, l’allarme Anses

L’uso di luci a LED è sempre più diffuso ma è del tutto sicuro? A detta dell’Anses no. L’agenzia belga per la sicurezza sanitaria ha pubblicato un aggiornamento relativo a questo sistema di illuminazione e ai suoi effetti sulla salute umana, con particolare riferimento ai bambini.

L’uso di luci a LED è sempre più diffuso ma è del tutto sicuro? A detta dell’Anses no. L’agenzia belga per la sicurezza sanitaria ha pubblicato un aggiornamento relativo a questo sistema di illuminazione e ai suoi effetti sulla salute umana, con particolare riferimento ai bambini.

In un contesto di politiche di risparmio energetico, le lampadine tradizionali sono sempre più spesso sostituite dai LED che assicurano una maggiore efficienza, sono economici e durano a lungo. Così, in pochi decenni, l’esposizione della popolazione alla cosiddetta “luce blu” è aumentata drasticamente, specialmente la sera quando si rimane svegli e operativi grazie all’illuminazione artificiale e magari si utilizzano schermi ricchi appunto di luce blu.

Quest’ultima, più intensa rispetto ad altre fonti di illuminazione,  può incidere però negativamente sulla nostra salute. Già nel 2010, l’ANSES aveva pubblicato un documento relativo alla sicurezza dei LED, oggi questo è stato modificato in base alle nuove conoscenze scientifiche e le notizie non sono buone per chi apprezza o utilizza spesso questo tipo di illuminazione.

L’agenzia francese conferma infatti la tossicità delle luci blu sulla retina e mette in evidenza alcuni effetti dannosi sui ritmi biologici e del sonno correlati ad un’esposizione a questo tipo di luci, soprattutto notturna attraverso gli schermi e pericolosa in particolare per i bambini.

E’ stato dimostrato che basta anche una bassa esposizione alla luce notturna a disturbare i ritmi biologici e quindi il sonno. ANSES sottolinea che gli schermi, in particolare quelli di computer, smartphone e tablet sono importanti fonti di luce ricca di blu, e i bambini e gli adolescenti, i cui occhi non filtrano completamente questo tipo di luce, costituiscono una popolazione particolarmente sensibile al problema.

Tra l’altro, in molte lampade a LED, si verificano “variazioni significative dell’intensità luminosa”, dovute alle fluttuazioni della corrente di alimentazione. Bambini, adolescenti e professionisti che lavorano con queste luci quotidianamente, possono essere più sensibili ai potenziali effetti indotti da questa modulazione della luce: mal di testa, affaticamento visivo, rischio accidentale, ecc.

Come si legge nel comunicato ANSES:

“I nuovi dati scientifici supportano i risultati precedenti e confermano che queste luci possono portare a un calo della vista. Mostrano effetti fototossici a breve termine correlati all’esposizione acuta ed effetti a lungo termine correlati all’esposizione cronica, che aumentano il rischio di degenerazione maculare senile (AMD)”.

Si raccomanda di conseguenza di limitare al minimo l’uso di dispositivi a LED soprattutto per i più piccoli, in modo tale anche da ridurre l’inquinamento luminoso. E si suggerisce di prestare attenzione ai differenti LED:

“Le luci per la casa a LED “Warm white” sono indistinguibili dall’illuminazione tradizionale e presentano un basso rischio di fototossicità. D’altra parte, altri tipi di illuminazione a LED come torce elettriche, fari di automobili, o luci di decorazioni o giocattoli, possono emettere luci particolarmente ricche di blu e appartengono al gruppo di rischio 2, ma non sono coperte dai regolamenti vigenti”.

In base ai risultati ottenuti dalle più recenti ricerche, ANSES fornisce alcuni consigli utili per difendersi dai LED e suggerisce delle modifiche normative:

  • limitare l’esposizione soprattutto serale e notturna ai bambini
  • limitare la fornitura di oggetti LED al pubblico generale a quelli di un gruppo di rischio fotobiologico 0 o
  • limitare l’intensità luminosa dei fari dei veicoli a motore, garantendo la sicurezza stradale;
  • minimizzare il livello di modulazione temporale della luce emessa da tutte le fonti di luce (luci, schermi, oggetti LED).

Vi è poi una questione ambientale evidenziata dall’ANSES che ci ricorda l’impatto delle luci sulla biodiversità. Gli studi disponibili si concentrano principalmente sulla luce artificiale di notte e non specificamente sui LED. Indipendentemente dall’ecosistema studiato, le prove scientifiche mostrano un aumento costante della mortalità e un impoverimento della diversità delle specie animali e vegetali studiate in ambienti con luce notturna, compresa l’illuminazione a LED.

L’Agenzia raccomanda di rafforzare le normative per limitare l’inquinamento luminoso, garantendo sicurezza per le persone ma anche benessere all’ambiente.

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Francesca Biagioli

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