Lampade abbronzanti: per l’OMS cancerogene come le sigarette

Lo Iarc (l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) - una struttura dell'Organizzazione Mondiale della Sanità - dopo 17 anni di ricerche, ha classificato come sicuramente cancerogeni i rischi derivanti dall'esposizione a lampade e lettini abbronzanti.

Che non fossero il massimo per la salute, in fondo, lo sapevamo un po’ tutti, ma arriva implacabile il parere dello Iarc (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) – una struttura dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – che, dopo 17 anni di ricerche, classifica “al top” del cancerogeno lampade e lettini abbronzanti.

 

Lo studio pubblicato sul giornale britannico The Lancet, dimostra come esporsi ai raggi ultra-violetti artificiali (dove è molto spesso maggiore la quota degli Uv di tipo B presente) aumenti il rischio di melanoma, il cancro della pelle, soprattutto quando il loro utilizzo inizia prima dei 30 anni.

Alla luce dei risultati, l’Agenzia ha rettificato la classificazione risalente al 1992 spostando il grado di pericolosità dei raggi solari ultravioletti e di quelli artificiali delle lampade abbronzanti, dal livello 2 al livello 1, non più ” probabilmente cancerogeno” per l’uomo, ma “sicuramente cancerogeno“, alla stregua di sigarette, arsenico e amianto.

Cade dunque la componente di aleatorietà dietro alla quale gli amanti della tintarella tutto l’anno potevano aggrapparsi per non ammettere quello che anche i dati sull’aumento, solo in Italia, del 15% in 10 anni delle morti causate del melanoma, confermano.

Così se Vincent Cogliano, il ricercatore che ha coordinato gli studi consiglia a chi sente il bisogno di abbronzarsi completamente di “non ricorrere alle lampade, ma farlo all’esterno“, noi ci teniamo a precisare anche in quest’ultimo caso, di farlo con la massima consapevolezza e attenzione verso i rischi derivanti dall’uso di prodotti dannosi per la pelle e l’ambiente, incentivando l’utilizzo di creme solari biologiche e, in caso di scottature, ricorrere a rimedi naturali che “limitino” in qualche modo i danni a breve e lungo periodo.

Simona Falasca

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