I ricercatori della Penn State University hanno inventato un dispositivo piccolo e comodo per misurare la glicemia senza bisogno di aghi
Nella maggior parte dei casi chi soffre di diabete è costretto ad utilizzare dispositivi piuttosto invasivi, dotati di un aghetto. Ma una nuova invenzione potrebbe trasformare il monitoraggio della glicemia in un’esperienza decisamente meno fastidiosa e più pratica. A metterla a punto sono stati i ricercatori della Penn State University.
Niente aghi e sangue, per misurare i livelli di zuccheri nel sangue basta il sudore rilevato da un dispositivo adesivo da indossare sul braccio.
Una soluzione pratica e non invasiva che potrebbe rivoluzionare la vita a milioni di persone
Per riuscire nell’impresa il team di ricercatori, guidati dal professor Huanyu “Larry” Cheng dell Dipartimento di Ingegneria scientifica e meccanica, hanno prima realizzato un dispositivo con grafene indotto da laser (LIG), un materiale costituito da strati di carbonio dello spessore di un atomo. Per via della sua elevata conduttività elettrica e per la facilità di fabbricazione, il grafene indotto da laser è subito sembrata la soluzione ideale per l’invenzione, ma si è posto un problema.
Il LIG non è affatto sensibile al glucosio– spiega il professor Cheng. – Quindi, avevamo bisogno di depositare un materiale sensibile al glucosio sul LIG.
Così, gli esperti hanno optato per il nichel, altamente sensibile al glucosio e lo ha combinato con l’oro per ridurre i potenziali rischi di una reazione allergica. La sensibilità della lega di nichel-oro ha permesso al team guidato da Cheng di escludere gli enzimi, che sono spesso usati per misurare la glicemia in dispositivi più invasivi. Questi enzimi, tuttavia, possono degradarsi rapidamente con il tempo e le variazioni di temperatura.
Un sensore enzimatico deve essere mantenuto a una certa temperatura e pH, e l’enzima non può essere conservato a lungo termine – chiarisce Cheng –Un sensore di glucosio non enzimatico, d’altra parte, è vantaggioso in termini di prestazioni stabili e sensibilità al glucosio indipendentemente da questi cambiamenti.
I sensori non enzimatici, infatti, richiedono una soluzione alcalina, che può danneggiare la pelle e rende il dispositivo più difficile da indossare. Per far fronte a questo problema, i ricercatori hanno collegato una camera microfluidica alla lega LIG, piccola e quindi poco ingombrante.
Per effettuare il test gli scienziati hanno utilizzato un adesivo sicuro per la pelle per attaccare il dispositivo al braccio di una persona, un’ora dopo il pasto e successivamente dopo altre due ore. Al soggetto è stato chiesto di fare un po’ di attività fisica in modo da sudare. E i risultati sono stati incoraggianti: il dispositivo ha funzionato alla grande, rilevando prima un livello più alto di glicemia, che poi è sceso alla seconda misurazione.
Cheng e il team hanno comunicato che intendono migliorare il loro prototipo per aiutare i pazienti che soffrono di diabete. Questa piccola invenzione, pratica e a basso costo, potrebbe davvero rivoluzionare la vita di milioni di persone!
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Fonti: Penn State University/Science Direct
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