Una recente ricerca ha analizzato l’impatto che gli antibiotici hanno sul nostro intestino, rivelando la capacità di questi farmaci di sviluppare malattie infiammatorie intestinali
Le malattie infiammatorie intestinali (IBD) colpiscono l’intestino, e tra queste troviamo la malattia di Crohn (MC) e la colite ulcerosa (UC). L’uso di antibiotici è stato correlato allo sviluppo di queste condizioni nei bambini e negli adulti, anche se non è chiaro come.
In un recente studio pubblicato su Gut, i ricercatori hanno valutato l’impatto dell’uso di antibiotici sul rischio di sviluppo di malattie infiammatorie intestinali (IBD) tra individui di età pari o superiore a 10 anni.
Lo studio
Nel presente studio i ricercatori hanno analizzato l’associazione tra l’uso di antibiotici e lo sviluppo di IBD tra individui di età ≥10 anni.
I dati demografici sono stati ottenuti dal CRS nazionale (sistema di registrazione civile) della Danimarca su individui di età ≥10 anni, residenti in Danimarca da ≥5,0 anni e senza storia di IBD tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2018.
I farmaci sono stati ottenuti dal registro nazionale danese delle prescrizioni, in collegamento con il sistema di registrazione civile. Le classi di antibiotici includevano penicillina a spettro ristretto, penicillina a spettro esteso, macrolidi, nitrofurantoina, tetracicline e sulfamidici; inoltre, sono stati inclusi fluorochinoloni e nitroimidazoli.
Ogni ciclo di antibiotici ha contribuito a un periodo di rischio IBD da un anno a cinque anni dopo l’esposizione.
La popolazione dello studio comprendeva 6.104.245 individui; tra i partecipanti, a 5.551.441 individui (91%) sono stati prescritti ≥1,0 cicli di antibiotici e sono stati documentati 52.898 nuovi casi di IBD (rispettivamente 36.017 e 16.881 nuovi casi di colite ulcerosa e morbo di Crohn).
L’uso di antibiotici ha aumentato i rischi di IBD in tutte le età, anche se il rischio maggiore è stato osservato tra gli individui di età pari o superiore a 40 anni. Nello specifico, dai risultati è emerso che:
- i pazienti tra 10 e 40 anni avevano il 28% in più di probabilità di sviluppare IBD
- coloro tra i 40 e i 60 anni avevano il 48% di probabilità in più
- dopo i 60 anni avevano il 47% di probabilità in più
Il maggior rischio di IBD è stato osservato dopo l’uso di antibiotici che prendono di mira in particolare i patogeni batterici nel tratto gastrointestinale. Solo la nitrofurantoina non era associata allo sviluppo di IBD negli adulti.
C’è da dire che con l’avanzare dell’età, la diversità microbica intestinale si riduce, aumentando la suscettibilità alle interruzioni, un effetto potenziato dall’esposizione agli antibiotici. L’uso di antibiotici può provocare cambiamenti microbici intestinali a lungo termine che diventano sempre più importanti con ripetuti cicli di antibiotici, riducendo così il recupero microbico intestinale.
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Fonte: BMJ Journals
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