Interazione tra farmaci e rimedi erboristici: uno studio mette in guardia sui possibili effetti dannosi

Quando si parla di rimedi erboristici spesso si pensa a qualcosa che può essere preso in completa tranquillità dato che si tratta di prodotti naturali. Non è così, soprattutto se in contemporanea si assumono farmaci! Uno studio mette in guardia proprio su questo aspetto spesso sottovalutato dei trattamenti che scegliamo per mantenerci in salute.

Quando si parla di rimedi erboristici spesso si pensa a qualcosa che può essere preso in completa tranquillità dato che si tratta di prodotti naturali. Non è così, soprattutto se in contemporanea si assumono farmaci! Uno studio mette in guardia proprio su questo aspetto spesso sottovalutato dei trattamenti che scegliamo per mantenerci in salute.

Ve l’abbiamo ricordato più volte nei nostri articoli: è molto importante fare attenzione ai possibili effetti collaterali dell’assunzione in contemporanea di farmaci e rimedi naturali. I trattamenti a base di erbe, apparentemente innocui, hanno anch’essi delle controindicazioni e potrebbero andare ad interferire con il buon funzionamento dei farmaci.

L’erba di San Giovanni (o iperico), ad esempio, può interagire con un gran numero di medicinali e lo stesso vale per il ginseng o il ginkgo biloba. In una vasta revisione della letteratura medica, un team di ricerca dell’Università di Stellenbosch a Tygerberg, in Sud Africa, ha scoperto decine di casi in cui i trattamenti alternativi sembravano aver alterato gli effetti dei farmaci prescritti, sia vanificandone l’effetto che accentuandolo o, peggio ancora, causando effetti collaterali potenzialmente pericolosi.

Nel documento sono stati riportati esempi di pazienti che hanno avuto gravi problemi dopo l’assunzione di medicinali a base di erbe insieme a farmaci di diverso genere, inclusi antidepressivi e farmaci per l’HIV, l’epilessia e il mal di cuore.

Charles Awortwe, autore principale dell’analisi pubblicata sul British Journal of Clinical Pharmacology, ha sottolineato che l’idea dello studio è nata in quanto è sempre più diffuso l’uso in contemporanea di integratori a base di erbe e farmaci tradizionali.

Il ricercatore, insieme al suo team, ha revisionato la letteratura medica già esistente per identificare casi di pazienti che avevano manifestato reazioni avverse. Sono stati presi in esame 15 casi analizzati nel dettaglio per capire se i problemi potevano essere causati da un’interazione basata sulle proprietà farmacologiche dei diversi principi attivi assunti. La conclusione è stata che i rimedi a base di erbe avevano probabilmente avuto un ruolo in quasi il 60% dei casi.

Valutato, ad esempio, il caso di un uomo di 55 anni che era morto per un attacco di cuore mentre nuotava. L’autopsia aveva concluso che gli integratori di ginkgo biloba che stava assumendo per potenziare la funzione cognitiva potevano aver inibito gli effetti della sua terapia a base di farmaci anti-convulsivanti.

Edzard Ernst, professore emerito di medicina complementare presso l’Università di Exeter, in merito ha dichiarato:

“È importante che i consumatori siano avvertiti del pericolo e ci pensino due volte prima di auto-prescriversi rimedi erboristici”.

È sì perché il problema spesso è proprio questo. Un medico mai darebbe un farmaco associato ad un rimedio erboristico che potrebbe entrare in interazione pericolosa con esso ma la persona spesso decide in autonomia di prendere qualche soluzione naturale per risolvere altri distrurbi di salute, sottovalutando il problema di fondo.

Ricordatevi dunque di non prendere mai troppo alla leggera nulla e di avvisare sempre il vostro medico curante nel caso vogliate assumere dei rimedi erboristici in concomitanza di farmaci.

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Francesca Biagioli

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