L’influenza aviaria colpisce anche gli uccelli nei centri abitati, l’allarme degli scienziati

Un piccolo numero di uccelli selvatici di New York City è risultato portatore del virus H5N1, responsabile dell’influenza aviaria. Lo studio, guidato dal New York City Virus Hunters, dimostra che l’infezione potrebbe passare all’uomo anche nei centri abitati, non solo nelle zone rurali, potenzialmente favorendo lo sviluppo di una nuova pandemia

L’influenza aviaria si sta diffondendo anche nei centri abitati: una ricerca, guidata dal New York City Virus Hunters ha dimostrato che un piccolo numero di uccelli selvatici di New York City è portatore del virus H5N1, responsabile dell’infezione, altamente patogena, dimostrando come la malattia potrebbe passare all’uomo anche nei centri abitati, non solo nelle zone rurali, potenzialmente favorendo lo sviluppo di una nuova pandemia.

Che l’influenza aviaria fosse un pericolo era già stato messo in evidenza. Proprio recentemente, Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che ha espresso una “significativa preoccupazione” per la diffusione sempre più ampia del ceppo H5N1 a nuove specie, compresi gli esseri umani.

Secondo Jeremy Farrar, capo scienziato dell’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite, l’evoluzione del virus H5N1 rappresenta una minaccia significativa. Il virus ha dimostrato infatti un tasso di mortalità estremamente elevato tra le persone infettate attraverso il contatto con animali infetti, anche se per ora non ha dimostrato la capacità di trasmettersi da uomo a uomo.

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Il virus è stato inoltre trovato persino in Antartide, nonché nel latte crudo. Tutto questo fa temere sempre di più che l’infezione abbia il potenziale per far scoppiare una nuova pandemia, soprattutto perché gli allevamenti intensivi, vera e propria bomba a orologeria, non si fermano.

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Ma finora si pensava che il rischio di infezione fosse limitato alle aree rurali, ove in contatto tra l’uomo e la fauna selvatica è più stretto.

Invece la situazione sta già sfuggendo di mano

Nel nuovo studio, parte di un programma per monitorare gli uccelli selvatici, i ricercatori hanno raccolto e analizzato 1927 campioni tra gennaio 2022 e novembre 2023, rilevando il segnale H5N1 in 6 uccelli cittadini che rappresentano 4 specie diverse. Tutti i campioni positivi provenivano dai centri urbani di riabilitazione della fauna selvatica, sottolineando il ruolo fondamentale che tali centri possono svolgere nella sorveglianza virale.

È importante ricordare che il fatto di aver trovato il virus H5N1 negli uccelli urbani non segnala l’inizio di una pandemia di influenza umana – precisa Christine Marizzi, coautrice del lavoro – Sappiamo che il virus H5N1 è presente nella città di New York da circa 2 anni e non sono stati segnalati casi umani

Ma è comunque un brutto segnale

È intelligente stare attenti e stare lontano dalla fauna selvatica – continua la scienziata – Questo vuol dire anche impedire ai vostri animali domestici di entrare in stretto contatto con quelli selvatici. E se si deve maneggiare la fauna selvatica, è importante utilizzare sempre pratiche sicure

Il lavoro è stato pubblicato su Journal of Virology.

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Fonti: EurekAlert / Journal of Virology

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