La foto dell’infermiera sfinita che è diventata simbolo di tutte le persone in prima linea contro il Coronavirus

La foto di un'infermiera di Cremona sfinita è diventata il simbolo di tutte le donne (e gli uomini) che sono in prima linea nel combattere il coronavirus

L’Ospedale di Cremona è una delle strutture sanitarie del nostro paese in cui si lavora senza sosta per curare le persone affette da Coronavirus. Medici e infermieri sono sottoposti a turni massacranti ma, grazie alla consapevolezza che senza di loro non potremmo farcela, vanno avanti, nonostante la fatica. Tra di loro una donna che è diventata il simbolo di tutti coloro che sono in prima linea negli ospedali.

Ha la cuffietta in testa, la mascherina, i guanti, il camice ed è così stremata da concedersi un breve riposino appoggiata ad una scrivania di fronte ad un computer, dove prima ha avuto cura di stendere un lenzuolo. Il suo nome è sconosciuto e forse non è così importante, visto che sono migliaia le donne (e anche gli uomini) che in Italia si trovano nella sua stessa situazione, da settimane impegnati in un compito estremamente delicato: prendersi cura delle persone contagiate ricoverate negli ospedali.

Questa infermiera che, come riporta Il Quotidiano Italiano, lavora all’Ospedale di Cremona, uno di quelli in prima linea nella battaglia contro il Coronavirus, è il simbolo di un’intera categoria che si trova allo stremo delle forze in questo momento di emergenza nazionale.

A scattarla è stato un medico al termine del turno di notte, ossia verso le 6 di mattina. Oltre ad averla divulgata per far capire meglio la situazione ha dichiarato:

“Siamo tutti provati da questa situazione ma gli infermieri più di tutti. Non si risparmiano. All’inizio di ogni turno sei assalito da un senso di angoscia, un nodo in gola per nascondere la paura, poi respiri profondamente, metti la mascherina e ricominci. Odio quelle mascherine, non ti permettono di respirare, hai prurito dappertutto, ma che vuoi fare, se ti vuoi salvare le devi tenere. E i guanti, il camice, gli occhiali. Il camice monouso all’interno è di plastica, per forza, ci fa da barriera, ma si suda da morire e ti si appiccica addosso. Sopporti e vai avanti. In fondo speri che la gente debba solo restare a casa, a vedere il televisore o chattare, magari a giocare a scarabeo con i propri figli. Non gli si chiede tanto, eppure sembra che non abbiano capito quanto sia grave la situazione”

Ricordiamoci di queste persone ogni volta che, impunemente, decidiamo di non fare neanche il più piccolo sacrificio per partecipare tutti insieme allo sforzo collettivo necessario per debellare il virus.

Un grazie speciale a tutte le donne e gli uomini in prima linea negli ospedali!

Fonte: Il Quotidiano italiano

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