Un nuovo studio pubblicato su The Lancet riesce a ridefinire alcuni standard nella prevenzione e nella cura degli arresti cardiaci nelle donne, migliorando anche la precisione degli strumenti nell'analisi degli stessi eventi cardiaci negli uomini.
La diagnostica dei rischi e dei pericoli degli attacchi di cuore nelle donne ha sempre sofferto di uno studio parziale e basato su dati raccolti sugli uomini. Un nuovo studio, che ha raccolto dati per 15 anni da tutta Europa, ha dato le basi di dati sufficienti a creare una nuova intelligenza artificiale in grado di misurare in modo più omogeneo i rischi sia per gli uomini che le donne.
Queste nuove prospettive sono state annunciate alla comunità scientifica con una pubblicazione sulla celebre e autorevole rivista The Lancet. Questo studio, che ha visto un sforzo congiunto tra i ricercatori e le ricercatrici della Svizzera e del Regno Unito, ha finalmente affrontato un problema nella prevenzione della malattie e degli episodi cardiaci nelle donne.
Per troppi anni, infatti, c’è stato un problema di fondo in questo campo della salute personale: i dati utilizzati per diagnosticare un evento cardiaco pericoloso – e quindi intervenire in caso di un’emergenza – erano basati solo sui dati raccolti su pazienti maschi. Come è ovvio che sia, però, la mancata specificità di questi dati di ricerca è costata la vita a molte pazienti, che si sono viste ignorate dagli organi competenti, che spesso hanno diagnosticato malattie diverse, sminuendone l’emergenza.
Un esempio su tutti chiarirà le differenze tra una donna che subisce un arresto cardiaco e un uomo: tutti sappiamo che, quando un uomo ha un infarto, avverte dolore al braccio sinistro e una sensazione di pesantezza al petto, unita a difficoltà respiratorie. Nelle donne nessuno di questi sintomi si manifesta. I sintomi più comuni nelle donne che stanno subendo un infarto o un arresto cardiaco sono:
- Dolore intenso all’addome che si estende verso la schiena
- nausea e vomito
Sia il personale sanitario che le pazienti possono leggere male questi sintomi, portando a conclusioni catastrofiche. Per fortuna, i modelli di riferimento per diagnosticare il rischio che le donne corrono è stato finalmente corretto proprio con lo studio pubblicato su The Lancet, guidato dal Dr. Florian A. Wenzl, che ha commentato così quest’innovazione:
Utilizzando un algoritmo con machine learning (ovvero che impara automaticamente) e il più grande insieme di dati di tutta Europa, siamo stati in grado di sviluppare un nuovo sistema che misuri il fattore di rischio servendosi di una intelligenza artificiale. Questa è in grado di includere nei calcoli anche le differenze legate al sesso per costruire una nuova base di riferimento per la prevenzione e la predizione della mortalità (legata all’infarto) per entambi i sessi.
Le potenzialità di questo nuovo strumento sono evidenti, e si dimostreranno cruciali nell’aiutare moltissime donne a prevenire gli scenari peggiori. Infatti, senza l’ausilio di questa nuova tecnologia, i calcoli indicano che le donne che soffrono di attacchi di cuore hanno una mortalità più alta degli uomini. Se invece vengono inclusi fattori come:
- età
- ipertensione
- diabete
il profilo che ne risulta è molto diverso. Infatti, la mortalità femminile arriva agli stessi livelli di quella maschile. Non solo però: siccome il campione analizzato per realizzare l’intelligenza artificiale è molto nutrito, questa intelligenza artificiale migliora anche la prevenzione per gli uomini che possono soffrire di infarto o attacchi di cuore. Il dottor Welz si augura che in futuro questa tecnologia possa essere un passo importante nella prevenzione delle patologie cardiache in ambo i sessi.
E tu sapevi che le donne hanno sintomi diversi nel caso in cui abbiano un attacco di cuore? Ad ogni modo, con queste informazioni potresti salvare la vita a qualcuna, anche semplicemente convincendola a chiamare un’ambulanza.
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