Il più grande studio sul sangue delle persone rivela i segreti della longevità

Uno studio svedese dimostra una correlazione fra i livelli di alcune molecole presenti nel nostro sangue e la nostra aspettativa di vita

L’aspettativa di vita si è notevolmente allungata negli ultimi decenni, e le ragioni dietro questo fenomeno sono oggetto di interesse da parte della comunità scientifica.

Certamente lo sviluppo di nuove terapie per il trattamento di malattie un tempo mortali, l’utilizzo di nuove tecnologie per interventi chirurgici e trapianti, infine un miglioramento generale della qualità della vita sono fra i fattori alla base di questo allungamento.

Ma ora un nuovo studio ha dimostrato che esistono anche degli “indizi” nei valori del sangue che possono essere connessi a un’aspettativa di vita più lunga e che possono indicare la possibilità, per una persona, di raggiungere il secolo di vita.

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Lo studio

Secondo quanto scoperto dai ricercatori del Karolinska Institutet (Svezia), chi ha un’aspettativa di vita molto lunga tende ad avere livelli più bassi di glucosio, creatinina e acido urico dai sessant’anni in poi.

Per giungere a questa conclusione, gli autori dello studio hanno raccolto e confrontato i livelli di queste diverse molecole nel sangue di circa 44.000 persone nate tra il 1893 e il 1920, che si sono sottoposte ad analisi cliniche fra il 1985 e il 2020.

I partecipanti allo studio avevano un’età compresa fra i 64 e i 99 anni quando i test clinici sono iniziati (nel 1985), e hanno continuato a essere seguiti nel loro percorso verso il raggiungimento dei 100 anni d’età. Solo circa 1.200 partecipanti (2,7% del totale) sono riusciti a spegnere 100 candeline.

Le analisi hanno rilevato la presenza di dodici molecole del sangue associate al metabolismo, all’infiammazione e alle funzionalità epatica e renale.

Queste molecole includono colesterolo totale e glucosio (marcatori del metabolismo), acido urico (marcatore di infiammazione), creatinina (spia della salute dei reni) e altri enzimi indicativi della salute del fegato.

Tutte le molecole oggetto di indagine sarebbero legate alle probabilità che una persona possa diventare centenaria.

In particolare, le persone con livelli più alti di colesterolo totale e ferro avrebbero una maggiore probabilità di diventare centenari rispetto a quelli con livelli più bassi – come quelle con bassi libelli di glucosio, creatinina, acido urico ed enzimi epatici.

I risultati raccolti dimostrano che esiste un potenziale collegamento tra metabolismo, nutrizione e longevità – anche se i ricercatori non hanno chiarito quali siano le abitudini alimentari, gli stili di vita o gli eventuali fattori genetici responsabili di questi livelli di molecole nel sangue e, di conseguenza, di un’aspettativa di vita più lunga.

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Fonte: GeroScience 

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