Tante le proprietà della Graviola ma bisogna essere informati anche sulle controindicazioni e i possibili effetti collaterali che può provocare...
Abbiamo già parlato della Graviola (Annona Muricata) e delle sue straordinarie proprietà, comprovate anche da alcune ricerche scientifiche. È importante però essere informati anche sulle controindicazioni e i possibili effetti collaterali che può provocare questa pianta. Non bisogna cadere infatti nell’errore di credere che ciò che è di origine naturale sia sicuro ed esente da rischi, perché non è affatto così.
In particolare effetti collaterali della Graviola tendono a comparire dopo trattamenti prolungati con questa pianta, assunta in compresse o polvere, quando dunque la presenza di principi attivi è consistente, non si parla quindi dell’assunzione occasionale del frutto né del succo.
Nel caso degli integratori è consigliato assumerli per un periodo massimo di un mese evitando di superare la posologia indicata sulle confezioni. Ma vediamo ora le controindicazioni e i possibili effetti collaterali della Graviola:
INTERAZIONE CON I FARMACI
Come tutte le piante anche la Graviola può interferire con l’assunzione di alcuni farmaci, potenziandone troppo o al contrario diminuendone l’efficacia o ancora portando alla comparsa di effetti collaterali dei tradizionali medicinali. Incompatibile ad esempio con gli ipertensivi in quanto abbassa ulteriormente la pressione, con alcuni psicofarmaci e con gli integratori di coenzima Q10. È sempre bene chiedere il parere al proprio medico prima di utilizzare questa o altre terapie naturali in caso di patologie già acclarate che prevedono assunzione di farmaci.
PRESSIONE BASSA
In caso si soffra di ipotensione, meglio evitare la Graviola che tra i suoi effetti ha appunto quello di abbassare ulteriormente la pressione sanguigna e potrebbe per questo causare sensazione di perdita di equilibrio, giramenti di testa o veri e propri svenimenti.
NAUSEA E VOMITO
Un utilizzo prolungato (ma più spesso un sovradosaggio) di Graviola, potrebbe portare alla comparsa di sintomi come nausea e vomito. In questo caso, ovviamente, è da interrompere immediatamente l’assunzione.
SQUILIBRI DELLA FLORA BATTERICA INTESTINALE
La Graviola tra le sue caratteristiche ha anche quella di essere un antibiotico naturale, ecco perché usata per molto tempo può andare ad interferire con il normale equilibrio della flora batterica intestinale, sarebbe bene quindi associare alla terapia con la Graviola l’utilizzo di probiotici che possano far tornare la situazione intestinale alla normalità.
PROBLEMATICHE GASTRO INTESTINALI
Proprio perché la Graviola va ad intaccare, sia pure solo in parte, la flora batterica intestinale e ha effetti anche sullo stomaco è meglio evitare di assumerla in caso si soffra di problematiche in queste parti del corpo che quindi saranno già di per sé particolarmente sensibili. Sconsigliata quindi, o da valutare insieme al proprio medico, l’assunzione di Graviola in caso di colite, morbo di Crohn, reflusso gastroesofageo, ecc.
DISTRUBI NEUROLOGICI
Questo è probabilmente l’effetto più pericoloso che può avere la Graviola, ma allo stesso tempo quello su cui ancora c’è maggiormente da approfondire. Questa pianta (e in particolare gli alcaloidi in essa presenti) sarebbe infatti in grado, assunta a grandi dosi e per un lungo periodo, di creare una disfunzione neuronale degenerativa che porta a sintomi simili a quelli del morbo di Parkinson. Il primo studio a fare questa affermazione è stato condotto da alcuni ricercatori francesi a Guadalupa (isola delle Antille) che avevano notato un’elevata presenza di Parkinson atipico tra la popolazione povera che usava la Graviola in grandi quantità sia come cibo che come medicina naturale.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Come la maggior parte delle piante e delle erbe utilizzate in fitoterapia anche la Graviola è assolutamente sconsigliata in caso di gravidanza o allattamento. Questo perché non sono accertati con ricerche scientifiche su modello umano i suoi effetti in periodi tanto delicati della vita di una donna e del suo bambino. Sui ratti però si è notato che stimola le contrazioni uterine prima del tempo, nel dubbio quindi è sempre meglio evitare.
Francesca Biagioli
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