I nuovi risultati di una ricerca sul glifosato da parte del Ramazzini di Bologna e la campagna di raccolta fondi tramite crowdfunding per un ulteriore studio a lungo termine per evidenziare i dannosi effetti dell'erbicida sull'uomo.
Anche a livelli considerati sicuri, il glifosato causa gravi effetti riproduttivi e di sviluppo. È la conferma che arriva da un nuovo studio pilota sull’esposizione a erbicidi a base di glifosato, da cui emerge che anche la più bassa dose di 1,75 mg per ogni kg di peso corporeo al giorno raccomandata dall’Epa è nociva. È per questo che gli scienziati auspicano ricerche a più lungo termine.
A condurre le indagini è l’Istituto Ramazzini di Bologna, che ha pubblicato oggi sulla rivista Environmental Health i nuovi risultati dello studio pilota, che altro non fa che confermare l’azione interferente dell’erbicida mostrata nei lavori pubblicati precedentemente.
Da qui alla necessità, secondo gli scienziati, di uno studio a lungo termine, il passo è breve: dal momento che tracce dell’erbicida sono state riscontrate praticamente ovunque, dalla birra e vino agli assorbenti alle farine, uno studio a lungo termine sugli erbicidi a base di glifosato a partire dalla vita prenatale consentirà di confermare le prime evidenze sulle alterazioni endocrine e sullo sviluppo emerse proprio dallo studio pilota.
A tale proposito, già nel 2017 l’istituto di Bologna ha lanciato una campagna di crowdfunding.
Lo studio
Gli erbicidi a base di glifosato (GBH) sono erbicidi ad ampio spettro che agiscono su batteri, funghi e piante. I possibili effetti dei GBH sulla salute umana sono oggetto di un intenso dibattito pubblico per i suoi potenziali effetti cancerogeni e non cancerogeni, compresi potenziali effetti sul sistema endocrino.
Lo studio pilota ha esaminato se l’esposizione a GBH alla dose di glifosato considerata “sicura” (l’assunzione giornaliera accettabile dagli Stati Uniti è di 1,75 mg/kg di peso corporeo/giorno), a partire dalla vita in utero, influenzi lo sviluppo e il sistema endocrino in diverse fasi della vita.Gli studiosi, insomma, hanno analizzato la tossicità degli erbicidi a base di glifosato in diversi periodi dello sviluppo (neonatale, infanzia, adolescenza) e identificato precoci marker espositivi.
Il glifosato e un suo formulato (il Roundup Bioflow, MON 52276) sono stati testati a partire dalla vita embrionale fino a 13 settimane dopo lo svezzamento e si è dimostrato che l’esposizione a GBH, dal periodo prenatale all’età adulta, ha indotto effetti endocrini e parametri alterati nello sviluppo riproduttivo. In particolare, è emerso un aumento di testosterone nelle femmine con effetto “mascolinizzante”.
La ricerca è stata condotta sui ratti (Sprague Dawley), ma sottolinea l’urgenza di approfondire gli effetti sull’uomo a lungo termine e di verificare se gli effetti finora osservati siano riscontrabili anche con dosi ancora minori, come quella consentita in Europa (in Europa la Dga è fissata a 0,5 mg/kg).
La campagna di crowdfunding
L’Istituto Ramazzini, con il supporto di altri Istituti e Università indipendenti dall’Europa agli Stati Uniti, ha lanciato una campagna di crowdfunding per finanziare il più grande studio integrato a lungo termine sugli effetti dei GBHs.
“Dopo il nostro studio pilota ci sono ancora più domande sugli effetti dell’esposizione a glifosato, domande alle quali non è ancora possibile dare una risposta certa, compresa la questione della mancanza di consenso tra le autorità regolatorie e l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) sul potenziale cancerogeno di questa sostanza. I possibili effetti sulla salute degli erbicidi contenenti glifosato, comprese le alterazioni del microbioma, le interferenze endocrine e i difetti dello sviluppo osservati nel nostro studio pilota, non sono ancora state affrontati in maniera esaustiva, nonostante le preoccupazioni sollevate a livello globale”, dichiara Fiorella Belpoggi, Direttrice del Centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini.
È per questo motivo che sarà utile uno studio sistematico e integrato a lungo termine sull’erbicida per fornire dati solidi e permettere alle agenzie regolatorie, ai governi e ai cittadini di tutti i paesi del mondo di quanto il glifosato e i prodotti che lo contengono siano sicuri agli attuali livelli di esposizione.
Il budget totale per questo studio è di 5 milioni di euro. La campagna è ancora attiva qui.
Leggi anche:
- Glifosato: vittoria! Finalmente tutti potranno avere accesso agli studi sulla tossicità
- Glifosato: il Parlamento chiede il riesame degli studi e trasparenza sulle autorizzazioni
- Glifosato & co, niente trasparenza: il Parlamento europeo rimanda l’obbligo e salva i pestidici
- Glifosato: ecco perché potrebbe fare ancora più male di quanto noto fino a ora
Germana Carillo