Uno straordinario fungo originario delle regioni himalayane si è rivelato efficace contro il cancro. Nello specifico, i ricercatori hanno rivelato che è in grado di uccidere le cellule tumorali grazie ai suoi composti bioattivi
Un fungo usato per secoli nella medicina cinese, sembra funzionare nel trattamento dei pazienti affetti da cancro per le sue proprietà antitumorali. I ricercatori dell’Università di Oxford hanno potenziato un composto derivato da questo fungo e aumentato la sua potenza anti-cancro fino a 40 volte.
La cordicepina, uno degli ingredienti bioattivi presenti nel Cordyceps, un genere di fungo originario della regione himalayana, può uccidere le cellule tumorali e ritardare le loro proprietà cancerose.
Il fungo fu registrato per la prima volta come Ben-Cao-Bei-Yao nel 1694, e di solito è chiamato “Dong-Chong-Xia-Cao” in Cina. Esistono oltre 400 specie di Cordyceps, ma il Cordyceps sinensis e Cordyceps militaris sono le più ampiamente studiate. Entrambe le specie contengono ingredienti bioattivi simili, inclusa la cordicepina come componente principale.
Uno studio del 2018 condotto da ricercatori cinesi ha concluso che la cordicepina, un derivato dell’adenosina (una molecola di segnalazione che colpisce vari tipi di cellule, tessuti e sistemi di organi) regola il microambiente tumorale sopprimendo i percorsi correlati alle metastasi.
Tuttavia, nonostante le sue promettenti proprietà antitumorali, la cordicepina viene scomposta troppo rapidamente una volta che entra nel flusso sanguigno. Di conseguenza, solo una piccola quantità raggiunge i tumori mentre il resto viene perso.
Per amplificarne la potenza, i ricercatori dell’Università di Oxford hanno collaborato con la società biofarmaceutica NuCana per ideare un nuovo farmaco chemioterapico e sono riusciti a farlo impiegando una nuova tecnologia in grado di aggirare i meccanismi di resistenza che abbattono i metaboliti antitumorali.
Chiamata ProTide, questa tecnologia funziona collegando gruppi chimici ad analoghi nucleosidici, come la cordicepina, che vengono metabolizzati solo una volta che raggiungono le cellule tumorali del paziente.
In precedenza, la stessa tecnologia era stata utilizzata nel farmaco antivirale Remsidivir approvato dalla FDA, utilizzato per il trattamento del Covid-19.
Il nuovo farmaco chemioterapico, chiamato NUC-7738, è fino a 40 volte più potente nell’uccidere le cellule tumorali rispetto al composto originale derivato dai funghi himalayani.
I ricercatori hanno avviato la sperimentazione clinica di fase 1 per NUC-7738, che coinvolge pazienti oncologici con tumori solidi avanzati resistenti alla chemioterapia convenzionale. I primi risultati suggeriscono che il farmaco è ben tollerato e ci sono segni di attività antitumorale.
I ricercatori hanno dichiarato che:
Il nostro studio fornisce la prova che NUC-7738 supera i meccanismi di resistenza cellulare, e supporta la sua ulteriore valutazione clinica come nuovo trattamento del cancro all’interno del crescente pantheon di ProTides anti-cancro.
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Fonte: Clinical Cancer Research
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