Il 20% degli italiani fuma in casa, non considerando che fa male, malissimo, a chi in quella casa ci vive (oltre al fumatore stesso, ovvio).
Sigarette: non c’è cosa peggiore che fumare in casa. Eppure il 20% degli italiani lo fa, non considerando che fa male, malissimo, a chi in quella casa ci vive (oltre al fumatore stesso, ovvio).
È così che, dalla Conferenza internazionale di oncologia toracica “Ciot2016” tenutasi a Napoli, esperti ed oncologi lanciano un allarme: accendere una sigaretta tra le mura di casa “è come aprire la porta di casa a un killer”. E si rivolgono a quanti – la percentuale sale al 29% in Umbria, ma scende al 9% in Veneto – non riescono a fare a meno delle bionde nemmeno se a casa ci sono bambini o animali domestici, costringendo tutti al fumo passivo.
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Secondo dati snocciolati al convegno, il fumo resta il principale responsabile del cancro al polmone, con cui convivono oltre 96 mila italiani. Il tumore al polmone è la prima causa di morte oncologica ed è al quarto posto nella classifica dei tumori più diagnosticati. In più, provoca un milione di decessi all’anno in tutto il mondo, oltre 30 mila soltanto in Italia.
“Se domani la popolazione mondiale decidesse di smettere di fumare – afferma Filippo de Marinis, Past President dell’Associazione italiana oncologica toracica (Aiot) -, tra 20-30 anni il carcinoma polmonare risulterebbe abbattuto del 90% come mai nessuna terapia potrà ottenere”.
Il vizio del fumo continua a essere più diffuso tra gli uomini, ma, secondo gli esperti, negli ultimi anni è aumentata l’incidenza del cancro al polmone anche nella popolazione femminile. I motivi sono principalmente due: le fumatrici non riescono a rinunciare alle sigarette, oppure le donne sono costrette a vivere con un fumatore in casa, ma alla base del problema ci potrebbero essere anche predisposizioni genetiche o ormonali.
“Il cancro al polmone cresce tra le donne perché continuano a fumare – spiega Cesare Gridelli, Presidente Aiot e direttore dell’Unità operativa di oncologia medica dell’Azienda ospedaliera Moscati di Avellino -, ma l’aumento dell’incidenza della malattia in donne non fumatrici ci fa ipotizzare che ci sia anche una causa genetica e ormonale”.
Gli esperti hanno allora lanciato un appello di smettere di fumare almeno in casa: il fumo passivo aumenta e di molto il rischio di ammalarsi di tumore al polmone e rischia di danneggiare in maniera permanente anche bambini e anziani.
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