Gli ftalati potrebbero essere responsabili della demenza. Il nuovo studio francese

Una nuova ricerca ha trovato una correlazione tra demenza a corpi di Lewy e livelli più alti di ftalati nel liquido cerebrospinale dei malati

Uno studio francese suggerisce che l’inquinamento da plastica, e in particolare gli ftalati, potrebbero avere un ruolo nello sviluppo di una malattia neurodegenerativa, la demenza a corpi di Lewy.

Nello sviluppo delle malattie neurodegenerative, accanto ai fattori genetici, viene sempre più preso in considerazione il possibile intervento di fattori ambientali, ad esempio l’esposizione a pesticidi o altre sostanze inquinanti.

I ricercatori del Centre national de la recherche scientifique (CNRS) hanno appena pubblicato un studio che ipotizza che gli ftalati, microinquinanti plastici ampiamente utilizzati nell’industria e diffusi nell’ambiente, potrebbero essere responsabili della comparsa della demenza a corpi di Lewy  (DLB), una forma di demenza (la seconda causa di demenza neurodegenerativa dopo l’Alzheimer).

Mentre il coinvolgimento dei pesticidi e altri inquinanti ambientali è stato più volte correlato allo sviluppo del morbo di Parkinson, scienziati e medici dell’Università di Strasburgo, CNRS e Ospedali universitari di Strasburgo hanno cercato di evidenziare la presenza di microinquinanti nel sistema nervoso centrale di pazienti con una malattia neurodegenerativa molto simile anche se meno conosciuta: la demenza a corpi di Lewy .

Il loro lavoro, pubblicato sul Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry, ha scoperto che i pazienti con questa malattia presentavano anche livelli elevati di uno ftalato nel proprio liquido cerebrospinale.

Per effettuare lo studio sono stati selezionati 45 pazienti: 16 con DLB allo stadio prodromico, 8  con DLB allo stadio avanzato, 8 pazienti con malattia di Alzheimer (AD) allo stadio prodromico e 13 pazienti con AD allo stadio avanzato.

Analizzando il liquido cerebrospinale di tutte le persone si è potuta notare chiaramente la differenza: i pazienti affetti da DLB avevano livelli più elevati di un particolare ftalato, il Di-2-etilesilftalato.

Il problema è che gli ftalati sono onnipresenti. Utilizzati in particolare come plastificanti, si trovano nei materiali da costruzione e per mobili, in molti prodotti per la casa, nel confezionamento di prodotti alimentari e bevande, cosmetici, giocattoli e apparecchiature mediche.

Sebbene gli effetti tossici di queste sostanze sul sistema endocrino e riproduttivo fossero già noti, è la prima volta che uno studio ipotizza il loro possibile coinvolgimento nell’insorgenza della demenza.

La demenza a corpi di Lewy è caratterizzata dall’accumulo di depositi anormali di una proteina chiamata alfa-sinucleina. Tali depositi, i famosi “corpi di Lewy”, si formano all’interno dei neuroni e interrompono i messaggi trasmessi dal cervello.

Da molti anni gli scienziati sono alla ricerca di un microrganismo, una tossina o un microinquinante che, entrando nell’organismo per inalazione, tratto digerente o via transcutanea, sia in grado di indurre o promuovere l’aggregazione di questa proteina.

Gli ftalati, in grado di entrare nel nostro corpo proprio attraverso le suddette vie di assorbimento, potrebbero quindi essere quello che si stava cercando da tempo. Ma se è stato dimostrato che gli ftalati si trovano in maggiore concentrazione nei pazienti con DLB, resta comunque ancora da provare che queste sostanze siano effettivamente in grado di indurre o promuovere l’aggregazione dei corpi di Lewy.

Servono dunque ulteriori ricerche per confermare quanto ipotizzato dalla ricerca francese.

Fonte: Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry / France Soir 

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