Tra i vari composti chimici di uso industriale troviamo gli ftalati presenti in molti prodotti di uso comune. Scopriamo di cosa si tratta e perché sarebbe meglio evitarli.
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Tra i vari composti chimici di uso industriale troviamo gli ftalati presenti in molti prodotti di uso comune. Scopriamo di cosa si tratta e perché sarebbe meglio evitarli.
Ftalati, cosa sono
Gli ftalati sono una famiglia di sostanze chimiche organiche che derivano dal petrolio impiegate come agenti plastificanti ma anche come solventi e ottimizzatori della consistenza e resa di diversi prodotti. Si tratta dei plastificanti più diffusi al mondo e utilizzati già da decenni nella lavorazione del cloruro di polivinile (PVC) che contribuiscono a rendere più flessibile e morbido.
Ne esistono di vario tipi, tutti sono in forma liquida (assomigliano all’olio) e sono praticamente inodore, ma non sempre hanno funzione plastificante.
Le tipologie di ftalati sono:
- DINP – ftalato di diisononile
- DEHP – ftalato di bis(2-etilesile)
- DNOP – ftalato di diottile
- DIDP – ftalato di diisodecile
- BBP – ftalato di butilbenzile
- DBP – ftalato di dibutile
Ftalati, dove si trovano
Gli ftalati sono purtroppo tutt’oggi molto utilizzati nella gran parte dei prodotti che utilizziamo ogni giorno. Si trovano ad esempio nello smalto per unghie con la funzione di impedire che si disgregarsi, nel profumo per farlo durare di più e nelle impugnature per gli attrezzi per renderle maggiormente solide.
Ma l’elenco dei prodotti che contengono ftalati è davvero lungo: creme cosmetiche, shampoo, adesivi, vernici, pesticidi, contenitori di vario genere (compresi quelli alimentari e dei fast food), borse, cavi e materiali per l’imballaggio.
Ricapitolando gli ftalati si possono trovare in:
- Smalti per unghie
- Profumi
- Creme
- Shampoo
- Impugnature per attrezzi
- Vernici
- Adesivi
- Pesticidi
- Contenitori per alimenti
- Borse
- Cavi
- Materiali per l’imballaggio
Non ne è esente neppure il cibo. Una ricerca di qualche anno fa condotta negli Stati Uniti ha evidenziato quali sono gli alimenti che possono contenere ftalati. Nell’elenco anche latte intero, panna e carne (soprattutto quella grassa e il pollame) a causa dell’uso estensivo di queste sostanze iniziato negli scorsi decenni che ha contaminato il suolo e dunque anche il mangime per gli animali. Ma soprattutto c’è il problema delle confezioni in cui sono avvolti i cibi che possono contenere ftalati e dunque queste sostanze possono migrare dai materiali plastici ai cibi stessi. A rischio anche margarina e oli da cucina.
Tanti poi i prodotti per bambini a rischio ftalati (soprattutto di provenienza cinese che purtroppo ciclicamente compaiono e vengono sequestrati anche sul mercato europeo), tra questi:
- Bambole (soprattutto quelle con abiti scintillanti)
- Maschere di carnevale
- Animali di plastica
- Macchinine
- Giochi da bagno
- Giochi gonfiabili
- Giochi da spiaggia
- Gomme e altri articoli di cancelleria
- Vestiario (vi abbiamo parlato recentemente dell‘intimo per bambina)
Ftalati, perché sarebbe meglio evitarli
Tanti sono i motivi per cui dovremmo evitare gli ftalati, alcuni di tipo ambientale altri che riguardano la nostra salute. I più esposti al rischio di queste sostanze sono i bambini che possono risentire anche di piccole dosi di ftalati.
Essendo derivati del petrolio, gli ftalati hanno un impatto ambientale molto alto, oltre a ciò, queste sostanze una volta arrivate nel sangue possano provocare danni seri al nostro organismo.
A partire dal 2003 alcuni studi hanno notato una correlazione tra ftalati e disturbi nello sviluppo dei genitali maschili e femminili. Infatti all’interno nel nostro organismo queste sostanze si comportano come interferenti endocrini, ovvero possono avere gravi ripercussioni sul nostro sistema riproduttivo. Successivamente si è vista anche la pericolosità di queste sostanze presenti in profumi e cosmetici sull’aumentato rischio di diabete tipo 2.
Molto seri anche i rischi dell’esposizione agli ftalati per le donne in dolce attesa. La conseguenza potrebbe essere la comparsa nei piccoli di disturbi di tipo mentale, motorio e comportamentale come iper-reattività, ansia e depressione. Non è un caso che l’utilizzo di ftalati, considerati sostanze molto pericolose, abbiano un utilizzo regolato nell’Ue soprattutto per quanto riguarda giocattoli e prodotti per bambini. Come si legge sul sito del ministero della Salute:
“il loro utilizzo non è consentito a concentrazioni superiori allo 0,1%, né nei giocattoli, né negli articoli destinati all’infanzia; il motivo della restrizione è dovuto al pericolo di esposizione che può derivare dal masticare o succhiare per lunghi periodi di tempo oggetti che contengono ftalati”.
Scarica il pdf completo con le raccomandazioni del Ministrero della Salute
Ogni anno però giocattoli provenienti soprattutto dalla Cina vengono trovati e sequestrati in quanto superano abbondantemente i limiti di ftalati concessi.
Foto: Greenpeace
Gli ftalati sono stati collegati anche al rischio obesità, ad alcuni tipi di allergie e a disfunzioni tiroidee.
Ricapitolando gli ftalati sono:
- derivati del petrolio
- interferenti endocrini che possono danneggiare il sistema riproduttivo
- pericolosi anche a piccole dosi per bambini e donne in gravidanza
- aumentano il rischio diabete tipo 2
Ftalati, come evitarli
Secondo uno studio pubblicato da Environmental Health Perspectives, è possibile ridurre il livello di esposizione agli ftalati così come al Bps (bisfenolo A) senza grandi sforzi semplicemente evitando il più possibile i cibi confezionati. Consumate dunque alimenti freschi sfusi lasciando sugli scaffali quelli confezionati in contenitori di plastica o di latta. Scegliete anche cosmetici e detergenti con buon Inci. Per i vostri bambini invece prediligete giocattoli in legno o altri materiali naturali.
Altri consigli utili sono:
- Leggere sempre l’etichetta scegliendo prodotti PBA E PVC Free
- Evitare il made in China o PRC
- Utilizzare il più possibile oggetti e strumenti in vetro, ceramica, acciaio inossidabile o legno
- Non utilizzare materie plastiche in policarbonato per conservare liquidi caldi
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Cerchiamo, per quanto possibile, di ridurre l’esposizione a queste sostanze per tutta la famiglia, ma proteggiamo soprattutto i più piccoli, fin da quando si trovano nella pancia! Per approfondire l’argomento ftalati e bambini scarica la guida del Ministero della Salute
Francesca Biagioli