No, il fluoro non è stato aggiunto alla lista delle neurotossine, ma è pericoloso davvero?

Dal 2014 continua a circolare una falsa notizia secondo cui il fluoro sia stato dichiarato “ufficialmente” una neurotossina

A volte ritornano. Continua a circolare una bufala che gira da anni e che periodicamente fa discutere. L’oggetto è il fluoro, che secondo quanto si legge su vari siti, è stato inserito in un presunto elenco di sostanze neurotossiche. Cosa c’è di vero?

Davvero poco. Dal 2014 si continua a parlare del fatto che il fluoro (e il suo anione, il fluoruro) sia stato dichiarato “ufficialmente” una neurotossina. Non sappiamo perché circoli questa falsa notizia, tra l’altro più volte smentita.

Eppure anche in Italia, di recente, sono tornati a circolare articoli che confermano la neurotossicità del fluoro e il suo inserimento in un presunto elenco dei cattivi.

L’elenco esiste davvero? 

Sì, esiste negli Stati Uniti un elenco delle sostanze chimiche ritenute (o meno) sicure. A occuparsene è l’Environmental Protection Agency che ha indicato quali siano quelle approvate come non tossiche ai sensi del Toxic Substances Control Act, regolando anche gli standard per i livelli di contaminanti prodotti dall’uomo e naturali nell’acqua ai sensi della legge sull’acqua potabile. Per prodotti alimentari o cosmetici, la Food and Drug Administration invece effettua determinazioni simili ai sensi della Federal Food, Drug and Cosmetic Act.

Ma se proviamo a cercare il fluoro, scopriamo che tale sostanza non è presente negli elenchi.

Esiste davvero lo studio che ha dichiarato ufficialmente il fluoro una neurotossina?

Negli ultimi anni sono state pubblicate diverse storie identiche sulla neurotossicità del fluoro da vari siti web che fanno riferimento a uno studio pubblicato su The Lancet. Un documento controverso del 2014 continua a essere condiviso come prova che il fluoro sia stato “ufficialmente” dichiarato una neurotossina ma non è così.

Fermo restando che esistono studi sul fluoro pubblicati su The Lancet, nessuno fa riferimento alla percentuale di neurotossicità e soprattutto a un eventuale inserimento in presunte liste. Di fatto, lo studio chiamato in causa c’è ma non fa riferimento a percentuali di fluoro dannose per la salute. Potete consultarlo QUI

Eppure su AwarenessAct.com si legge:

 il fluoruro è stato finalmente classificato come neurotossina al cento per cento. Questo lo pone nella stessa categoria di cose come piombo, arsenico e mercurio. Questa notizia è stata rilasciata dall’autore Stefan Smyle che ha effettivamente citato un rapporto che è stato pubblicato su The Lancet Neurology, Volume 13, Numero 3 nell’edizione di marzo 2014. Le prove di come il fluoro possa avere un impatto negativo sulla nostra salute sono aumentate rapidamente negli ultimi anni. 

Ma leggendo l’articolo di AwarenessAct, fin dall’inizio, ci sono una serie di elementi che dovrebbero saltare all’occhio dei lettore attenti, sollevando dei dubbi. In primo luogo, gli studi, anche quelli pubblicati su riviste prestigiose, non “dichiarano” o “classificano” nulla come neurotossina. Le organizzazioni governative, utilizzando ricerche pubblicate e altri dati, determinano il pericolo di una sostanza chimica e la regolano di conseguenza.

In secondo luogo, il concetto di classificare qualcosa come neurotossico al “cento per cento” tradisce la non conoscenza, da parte dell’autore, del concetto di tossicità. I tossicologi non fanno riferimento alla tossicità in percentuale, ma sviluppano linee guida sull’esposizione e dosi di riferimento. Per questo, molte sostanze legalmente consentite nel cibo sono, neurotossiche se assunte sotto forma di dosi elevate. 

Cos’è il fluoro e a cosa serve

A spiegarlo è l’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui si tratta di una sostanza già presente nel nostro organismo (e anche nei dentrifici) ma che svolge funzioni biologiche importanti ed “essenziali”, come precisa l’ISS, “la cui carenza compromette funzioni fisiologiche vitali”.

Il fluoro si trova principalmente nelle ossa e nello smalto dei denti: la sua presenza protegge e previene la carie dentaria. Essendo ubiquitario è difficile registrarne un carenza nell’organismo. L’acqua costituisce la fonte prevalente di approvvigionamento del fluoro, che è presente anche nel the e nel pesce. Per quanto riguarda l’assunzione giornaliera, si consiglia di non superare i valori di 2.5 mg al giorno per i giovani e i 4 mg per gli adulti.

Sono le eventuali quantità eccessive, secondo l’Istituto a poter risultare tossiche.

dando origine a fenomeni di alterazioni dentarie (fluorosi). Nei casi più gravi di sindrome da eccesso si possono registrare crisi calcemiche con tetania.

Quindi il fluoro è pericoloso?

Si tratta comunque di una sostanza che va attenzionata, anche sulla base del fatto che non esistono studi che confermino al 100% la neurotossicità. Un dato si può evincere dal più volte citato studio su The Lancet: una meta-analisi condotta su 27 studi trasversali riguardante bambini esposti al fluoro nell’acqua potabile, principalmente in Cina, sembra suggerire un decremento medio del QI nei bambini esposti a concentrazioni di fluoro elevate:

I risultati supportano la possibilità di un effetto negativo dell’elevata esposizione al fluoro sullo sviluppo neurologico dei bambini. La ricerca futura dovrebbe includere informazioni dettagliate a livello individuale sull’esposizione prenatale e sulle prestazioni neurocomportamentali, spiegano gli autori.

In altre parole, saranno necessari altri studi per determinarlo con certezza. Resta il fatto che, ad oggi, il fluoro non è inserito in alcuna lista.

Fonti di riferimento: ISS, EPA, FDA, Snopes

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