Una nuova ricerca ha rivelato che una nuova classe di farmaci utilizzati per contrastare lo sviluppo del colesterolo, potrebbe danneggiare la funzione polmonare in alcuni pazienti
Il colesterolo LDL elevato nel sangue può causare una serie di disturbi e condizioni avverse per la salute, come arterie bloccate, e aumentare il rischio di infarto, ictus e altre forme di malattie cardiache. Al momento le statine sono il trattamento standard per abbassare il colesterolo e ridurre il rischio di malattie cardiache.
Ma uno degli studi mondiali più estesi sugli effetti dei farmaci per abbassare il colesterolo ha evidenziato un problema con una nuova classe di farmaci, che potrebbe compromettere la funzione polmonare in alcuni pazienti.
Questo è il risultato di un recente studio dell’Università del South Australia, il primo al mondo a confrontare i farmaci per abbassare il colesterolo con una serie di biomarcatori clinici e di biomarcatori MRI cardiaci e cerebrali.
Lo studio
I dati genetici di 340.000 partecipanti alla BioBanca britannica sono stati analizzati per esplorare i rischi e i benefici dei farmaci LDL-C.
Nella stragrande maggioranza dei casi, i farmaci prescritti per il colesterolo alto fanno ciò che promettono: ossia riducono significativamente il rischio di malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete e malattie legate all’età.
Tuttavia, i farmaci che eliminano il colesterolo dalle cellule – noti come inibitori PCSK9 – potrebbero compromettere la funzione polmonare e sono necessari ulteriori studi sui loro effetti collaterali a lungo termine.
È stato scoperto, inoltre, che le varianti genetiche che riflettono un altro farmaco per abbassare il colesterolo, le statine, sono correlate con un BMI e un grasso corporeo più elevati, nonché con una riduzione del testosterone. Le statine sono i farmaci per abbassare il colesterolo più comunemente prescritti.
È stato riscontrato un beneficio inaspettato derivante dall’assunzione di statine: alcune persone hanno notato un aumento del volume cerebrale dell’ippocampo, che può ridurre il rischio di demenza e depressione.
Kitty Pham, dottoranda dell’UniSA, autrice principale dell’articolo, afferma che i risultati evidenziano l’importanza di approfondire la questione per comprendere i potenziali effetti a lungo termine dei diversi farmaci contro il colesterolo.
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Fonte: British Pharmacological Society
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